Lo Special One pronunciò quelle parole dopo un derby vinto contro il Milan. L’arbitro era Rocchi che lasciò, grazie ad una serie di sviste, i nerazzurri in nove. Ieri Mourinho ha incrociato di nuovo l’arbitro italiano con il suo Real Madrid nella sfida di Champions League contro il Manchester City e, ancora una volta, non è stato un incontro piacevole: “Rocchi ha deciso di prendere in pugno la partita, valutate voi le sue decisioni – ha detto il portoghese, ricordando poi la sua esperienza nerazzurra -. Mica me lo dimentico, so come funziona in Italia. Perché già tirò fuori espulsioni in un derby tra Inter e Milan. Rimanemmo in dieci per quasi tutta la gara per un applauso di Sneijder, poi in nove. E fischiò anche in quel caso un rigore inesistente”.
Perchè come nelle storie d’amore più belle, l’innamorato non dimentica mai la sua amata e quando può il pensiero corre sempre a lei. Già in settimana infatti, lo Special One aveva parlato del “Meazza” come del suo stadio preferito e dell’impresa contro il Barcellona come della ‘partita degli eroi’. Anche nel post-match Mou è tornato a parlare di Inter: “Spero che Stramaccioni possa vincere. Mi auguro che il paragone tra me e Andrea ci sia ancora per tanti anni, perché vorrebbe dire che potrà vincere la Champions come ho fatto io. E se l’Inter vince, io sono contento. Vale per Stramaccioni e per tutti quelli che arriveranno dopo di lui, sono interista e amo vedere la squadra vincere“.
Perchè nei suoi anni all’Inter il vate di Setubal ha scritto la storia e, così come i poeti più grandi restano sempre legati in maniera indissolubile alla loro opera più bella, Mourinho amerà per sempre i colori nerazzurri, gli stessi che lo hanno consacrato nell’Olimpo del calcio: “La Champions con l’Inter è stato il miglior momento della mia carriera – ha confessato ai microfoni dell’emittente britannica Sky Sports – Lo credo davvero”.
“L’Inter è una famiglia meravigliosa. Il signor Moratti aveva un sogno, e l’aveva sin da quando era bambino mentre suo padre era il presidente. Ha investito per anni ed anni della sua vita, milioni e milioni per riuscire a realizzarlo. Ha sempre avuto allenatori fantastici, giocatori fantastici, ma non ce l’aveva mai fatta. Quello è stato un momento speciale per lui, per la famiglia interista e per un gruppo di giocatori che era già in età avanzata: per loro era l’ultima chance per vincerla. Un momento magico, non tanto per me perché era la seconda Champions, ma soprattutto per loro. È stata la vittoria più emozionante“.