Ora lo scenario è completamente diverso: le sette sorelle sono un lontano ricordo, la Champions è diventata quasi una chimera e la cara vecchia Coppa Uefa (o Europa League se preferite la denominazione attuale), più che un trofeo a cui ambire con tutte le forze, si è trasformata in una sorta di impiccio infrasettimanale utilizzato per dare minuti alle seconde linee.
Il Parma dell’era Tanzi ormai fa parte del passato: il crack Parmalat, la cessione dei big come Thuram, Fabio Cannavaro e Buffon e la retrocessione in B nel 2008 hanno fatto si che la squadra abbia come obiettivo, da diverse stagioni a questa parte, una salvezza tranquilla.
La prima cosa che viene in mente pensando alle differenze tra il Parma 2011/2012 e il Parma 2012/2013 è l’assenza di Giovinco, vera propria stella dei ducali nella passata stagione, passato alla Juventus.
La guida tecnica è affidata a Roberto Donadoni, il quale è subentrato a Colomba intorno alla metà dello scorso campionato; da quando l’ex commissario tecnico della nazionale si è seduto sulla panchina giallo blu (il 9 gennaio 2012), il Parma ha iniziato a migliorare esponenzialmente le proprie prestazioni e ha avuto un’importante continuità di risultati che lo hanno portato all’ottavo posto nella passata edizione della Serie A.
Donadoni è solito far giocare la propria squadra secondo un 3-5-2 che, in fase difensiva, prevede l’arretramento degli esterni di centrocampo sulla linea difensiva per formare una difesa a 5.
La grande intuizione del tecnico originario di Cisano Bergamasco è stata quella di arretrare in posizione di playmaker davanti alla difesa Valdes, un trequartista: in questo modo il Parma è riuscito ad avere una maggiore fluidità in fase di possesso, mantenendo una buonissima stabilità difensiva grazie al sopracitato pacchetto di 5 uomini.
Il punto di forza della squadra del presidente Ghirardi è sicuramente la difesa: il portiere Mirante è una certezza da diversi anni, Zaccardo, campione del Mondo in Germania nel 2006, l’argentino Paletta e Alessandro Lucarelli formano un terzetto di grande esperienza e di buonissima qualità, Rosi e Gobbi sono due esterni in grado di garantire corsa e dinamismo sulle corsie.
Se il centrocampo è formato da giocatori interessanti come Parolo, Galloppa (che però è infortunato), l’ex Inter Biabiany e l’eterno Marchionni, solo per citarne alcuni, l’attacco rappresenta il punto debole della squadra di Donadoni: Amauri è l’unico riferimento offensivo, Belfodil è in crescita, ma ancora molto giovane e Pabon, giocatore colombiano che avrebbe dovuto sostituire Giovinco nel cuore dei tifosi giallo blu, finora si sta rivelando un vero e proprio “buco nell’acqua”; non è un caso che spesso Biabiany, grazie alla sua rapidità, venga impiegato da seconda punta a sostegno di Amauri.
Parma ha sempre rappresentato una delle trasferte più ostiche per l’Inter: non è un caso che le vittorie nerazzurre al Tardini in campionato siano solo 3 in 21 sfide (l’ultima il 18 maggio 2008, doppietta di Ibrahimovic sotto il diluvio). La truppa di Strama sarà chiamata a una prova molto insidiosa nel monday night del 26 novembre e dovrà dimostrare tutta la sua coesione e la grande determinazione che l’ha contraddistinta in questo primo scorcio stagionale per strappare una vittoria in Emilia.
This post was last modified on 24 Novembre 2012 - 15:13 15:13