L’ex Internacional parte dagli idoli della sua infanzia, guarda caso due colonne della storia recente della Beneamata, Maicon e Lucio: “Tutti qui sono grati a loro per quello che hanno fatto, però adesso sono andati via, purtroppo. Sono un po’ triste per il loro addio, mi è dispiaciuto non poter giocare più con loro, però è giusto ad un certo punto cercare altre strade e nuove opportunità. In ogni caso, loro si sono sempre comportati bene con me, mi hanno aiutato a inserirmi nel gruppo quando sono arrivato, e grazie a questo sono riuscito a integrarmi“.
Ma Juan è stato aiutato anche da capitan Zanetti, che lo ha fatto subito sentire uno del gruppo: “Mi avevano detto che gli argentini non parlano coi brasiliani, ma nel mio caso non è stato così“. Ambientamento facilitato anche dall’apprendimento della lingua italiana avvenuto grazie a due metodi infallibili: “Il primo è stato facendo pratica con la mia compagna, che si è impegnata a studiarlo a fondo. Il secondo è stato andare al cinema, sin dall’inizio, quando non capivo nulla. Vado sempre al cinema quando ho un momento libero, a volte vado due volte a settimana“.
Dagli eroi del triplete alle brutte stagioni vissute dai nerazzurri dopo la grande impresa, Juan Jesus parla anche del nuovo ciclo: “Credo che in ogni squadra arrivi il momento di un cambio come quello che sta attraversando ora l’Inter, dopo aver vinto tutto. Questo rinnovamento chiede la creazione di un gruppo nuovo, dove la gente che arriva deve portare lavoro e applicazione”.
Juan conclude l’intervista parlando della sua notorietà in crescendo: “Anche se non sono ancora ai livelli di Neymar. Qui ancora riesco a girare tranquillo“, senza montarsi la testa ovviamente e con la stessa umiltà con cui è arrivato alla Pinetina la prima volta. Il brasiliano è un patrimonio dell’Inter e anche per questo va tutelato nonostante qualche prestazione sottotono. La futura difesa nerazzurra passa anche per lui.