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Tutta questione di equilibrio

 

Mantenere un equilibrio nel giudicare le prestazioni della propria squadra è uno degli esercizi più difficili a cui viene sottoposto settimanalmente il tifoso. In quest’ottica il trend negativo che ha caratterizzato i risultati dell’Inter nelle ultime tre gare (quattro, considerando anche il viaggio nel Tatarstan) è stato un duro colpo per l’umore del popolo nerazzurro.

Infatti, se contro Atalanta, Cagliari e Rubin Kazan, Stramaccioni e i suoi avevano potuto beneficiare del credito accumulato nelle precedenti giornate, la sconfitta di Parma, per il modo in cui è arrivata, ha fatto risuonare vecchi campanelli d’allarme nell’ambiente interista.

In un attimo, gli stessi tifosi che avevano incensato la squadra dopo le dieci vittorie consecutive ottenute tra campionato e coppa (sentendosi autorizzati a sognare una stagione in grande dopo l’exploit dello Juventus Stadium), sono ripiombati nella depressione di inizio stagione, quando la brutta sconfitta casalinga subita contro il Siena aveva risvegliato il pessimismo cosmico di molti interisti.

La situazione attuale, però, ha ben pochi punti in comune con le difficoltà incontrate a settembre da un’Inter che era ancora alla disperata ricerca della propria identità. Infatti, se è vero che il solo punto conquistato nelle ultime tre giornate deve far riflettere mister e giocatori su ciò che non è andato, è altrettanto doveroso sottolineare alcuni aspetti che sono sfuggiti a chi ha analizzato a caldo la sconfitta del “Tardini”.

Al di là dei soliti discorsi su tattica, modulo ed interpreti, contro i ducali la squadra è mancata soprattutto dal punto di vista fisico: tra infortuni ed elementi chiave non al top, l’Inter sta affrontando questo scorcio finale di 2012 con la spia della riserva accesa. Un calo fisiologico (e prevedibile) se si considera che Zanetti e compagni hanno cominciato la stagione con largo anticipo rispetto alle altre squadre di Serie A, disputando la prima partita ufficiale il 2 agosto a Spalato.

Scherzi di un Europa League che rischia di trasformarsi in un handicap per le ambizioni nerazzurre: impossibile ignorare il fatto che le quattro sconfitte rimediate finora in campionato (Roma, Siena, Atalanta e Parma) siano arrivate tutte dopo un impegno europeo; così come non ci si può dimenticare che l’Inter è solo all’inizio di un percorso di crescita, ricco di insidie e di ostacoli, nel quale i momenti positivi si alterneranno inevitabilmente a periodi meno felici.

Per questo servirà equilibrio non solo sul terreno di gioco, ma anche nel valutare il lavoro di Stramaccioni e nell’affrontare l’altalena di risultati che accompagnerà il nostro “anno zero”: parlare di scudetto dopo ogni vittoria, per poi mettere in dubbio la bontà del progetto alle prime difficoltà, non è l’atteggiamento giusto per chi vuole tornare ad essere grande.

 

Alessandro Suardelli

(Twitter: @AleSuardelli)

This post was last modified on 14 Novembre 2013 - 01:09

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