I quasi 15 milioni spesi hanno fatto di lui l’acquisto più oneroso dell’estate rivoluzionaria dell’Inter. Alvaro Pereira, ospite di “Prima Serata” su Inter Channel, ha raccontato il suo arrivo in nerazzurro: “Nella mia prima conferenza stampa avevo detto che per noi uruguaiani l’Inter è il sogno da bambini, noi che siamo cresciuti con miti come Ruben Sosa e Alvaro Recoba, l’Inter è l’Inter. Per me arrivare tutti i giorni alla Pinetina è un sogno“.
Le buone prestazioni offerte fin qui da Yuto Nagatomo, stanno complicando l’integrazione dell’ex Porto, consapevole comunque di poter essere utile visto la sua duttilità sull’out mancino: “Posso coprire tutta la fascia sinistra, ho giocato tanto tempo in Portogallo come terzino, ma per le mie caratteristiche offensive è meglio iniziare un po’ più in alto, certo è che devo adattarmi anche alla situazione della squadra e a quello che vuole il mister”.
Periodo di adattamento, dunque, per “El Palito”, come ribadito più volte dallo stesso Stramaccioni, viste le grandi differenze tra la Serie A e il calcio portoghese: “Dico che il calcio è la stessa lingua, ma tatticamente ci sono delle chiavi di lavoro differenti – prosegue il terzino uruguaiano – In Portogallo c’è più libertà, ci sono quattro, cinque squadre forti, ma non tutte. Nel calcio italiano le partite e le avversarie sono quasi tutte impegnative allo stesso livello”.
L’esterno di Montevideo, nonostante le ultime panchine, è certo di avere ancora il pieno supporto dell’ambiente nerazzurro: “Sento di avere il sostegno di tutta la Società e questo è importante. Se avverto pressione? È una parola che non mi piace, pressione è quella che hanno i lavoratori per portare soldi in famiglia. Preferisco parlare di responsabilità e noi semplicemente lavoriamo per fare felice i nostri tifosi e per vincere”.
La chiusura è un chiaro messaggio a tutti i tifosi della Beneamata: “Se credo allo scudetto? Certo, lavoriamo per quello“.