Moratti nelle sue dichiarazioni degli scorsi giorni aveva parlato di “buonsenso” come base di partenza per gestire il caso Sneijder. L’olandese evidentemente di questa parola non conosce il significato. Non si spiega altrimenti il suo tweet di ieri col quale ha annunciato, in anticipo rispetto alle convocazioni ufficiali e soprattutto eludendo il divieto da poco impostogli, la sua ennesima esclusione. Le parole dolci del presidente (“è il migliore al mondo e ce lo teniamo”) non sono quindi bastate a trasmettere un po’ di serenità all’agitato numero dieci nerazzurro. Sneijder sembra sul piede di guerra e nessuno potrà distoglierlo dai suoi intenti.
Il tweet in questione però manda anche un segnale più grave. Finora il diverbio aveva coinvolto solo lo stesso giocatore, con vari agenti al seguito, e la società; l’allenatore era sempre riuscito, non si sa poi come, a starne fuori. Questo ha permesso a Stramaccioni di mantenere un rapporto positivo e aperto con Wesley, tanto da permettergli di dire ai giornalisti, per far capire il buon feeling che li lega, che “Wes si siede sempre al mio tavolo… e non è mica obbligato a farlo”.
Ecco allora che questa potrebbe essere l’ultima goccia, il tweet della discordia, perché sposta la questione dal mondo astratto dei conti societari e dei contratti da spalmare a quello, molto più “terreno”, del campo da calcio, dello spogliatoio e delle sue regole. In altre parole Wes, annunciando in anticipo una decisione del mister, ha sicuramente mancato di rispetto a lui e ai compagni, oltre ad aver peccato di scarsa professionalità. Non si sa come la prenderà Strama, forse l’unico a tenere veramente alla permanenza di Sneijder all’Inter.
In queste cose Wes ha proprio un talento straordinario: riuscirà in un tweet-colpo solo, a beccarsi una multa, per l’evidente violazione del regolamento interno, e a isolarsi ulteriormente in uno spogliatoio che, a quanto dicono alcune voci, lo vede sempre meno circondato da affetto. A questo punto sembra chiara l’intenzione dell’olandese di andare avanti nel muro contro muro con la società, aspettando che a gennaio qualche emissario da Parigi o Manchester bussi alla sua porta. La missione è di fare più capricci possibili per attirare le attenzioni dei media e dei club a lui interessati.
Nelle prossime settimane il clima in casa Inter non sarà esattamente tiepido. Con tutte le conseguenze che ciò comporta. E domenica c’è il Napoli.