Che l’Inter avesse un vivaio di primissima qualità, lo si sapeva già da tempo: Martins, Balotelli e Destro sono forse i nomi più altisonanti prodotti dalla cantera nerazzurra, senza dimenticare i vari Bolzoni, Khrin, Faraoni e tutti gli altri che, pur essendo ora di proprietà di altre squadre o in comproprietà, stanno coronando il sogno che tutti hanno da bambini, ossia di giocare in Serie A o in Serie B.
Visto il periodo di crisi che non consente spese folli come avveniva una decina di anni fa, vedi i 90 miliardi spesi per portare Vieri ad Appiano nell’estate 1999, il “progetto Inter” nel recentissimo passato è stato anche improntato con un occhio di riguardo verso il florido settore giovanile di cui dispone il club del presidente Moratti; acquisti mirati per la prima squadra e il graduale inserimento dei giovani prodotti della Primavera, il tutto sotto l’attenta guida tecnica di Stramaccioni, uno che con i baby ci sa davvero fare.
Proprio in quest’ottica di investire sui ragazzi del vivaio si spiegano alcune mosse del mercato nerazzurro in questo mese di gennaio; il passaggio in prestito di Joseph Alfred Duncan al Livorno è sintomatico della volontà di dare al ragazzo il giusto spazio per crescere, garantendogli un ampio minutaggio, ma inserendolo già in un contesto di competitività: il club livornese, infatti, è al momento secondo in Serie B, in piena lotta per la promozione nella massima divisione del calcio italiano.
Lo stesso Strama, in merito al prestito del centrocamposta ghanese, era stato molto chiaro: “Io credo che sia importante che lui giochi. La mia idea è che lui vada a giocare in un club top di Serie B. Mandarlo in Serie A, dove avrebbe le stesse difficoltà che ha da noi, potrebbe non essere una scelta intelligente. Preferisco che faccia sei mesi in un club top in Serie B, piuttosto che cinque presenze in Serie A”.
Parole che mostrano come il tecnico nerazzurro abbia le idee chiare su come far crescere i talenti prodotti dal settore giovanile, senza “bruciarli”, ma dandogli il giusto spazio all’interno di un contesto dove gli obiettivi da raggiungere sono comunque prestigiosi; sulla falsa riga del prestito di Duncan al Livorno, si può leggere il passaggio in comproprietà a Verona, sponda Hellas, del giovane Matteo Bianchetti.
Difensore classe ’93, in questa stagione aveva collezionato qualche presenza nelle amichevoli estive disputate dall’Inter nel ritiro di Pinzolo, ritornando a far parte della squadra Primavera una volta iniziato il campionato; ora, l’Hellas Verona ha rilevato la metà del cartellino di proprietà del Varese e si prepara ad accogliere il ragazzo all’interno di una rosa di prim’ordine, che ben ha figurato in Coppa Italia, dove ha eliminato Genoa e Palermo e che ben si sta comportando nella Serie Bwin, dove occupa la terza posizione in classifica.
Il prestito di Duncan e la cessione in comproprietà di Bianchetti sono chiari segnali di come l’Inter creda nei ragazzi del suo vivaio, mantenendo sempre almeno il 50% della proprietà sul cartellino dei baby giocatori e non cedendoli a titolo definitivo a squadre di categoria inferiore. In tempi come questi, dove gli sceicchi e i petroldollari monopolizzano il calciomercato e le società italiane non possono essere competitive sul mercato come un tempo, la via intrapresa dallo staff dirigenziale nerazzurro sembra essere acuta e corretta, con un occhio al bilancio e con la fiducia data a coloro che, un domani, potrebbero essere gli idoli della tifoseria interista.