Un primo tempo di grande difficoltà, il lampo firmato da Palacio sui titoli di coda della prima frazione e una ripresa tanto generosa quanto sfortunata e imprecisa: l’Inter perde all’Olimpico nell’andata della semifinale di Coppa Italia, ma il risultato di 2-1 in favore dei giallorossi è ampiamente recuperabile nella sfida di ritorno in programma ad aprile e lascia incerto il pronostico su quale delle due squadre accederà alla finale.
Per questo primo atto della semifinale, a soli 3 giorni di distanza dal match di campionato, Stramaccioni opta per un 3-5-1-1, che in più di una circostanza nel primo tempo dà l’impressione di somigliare molto a un 3-4-2-1; questa scelta tattica è abbastanza sorprendente, non tanto per il modulo, volto a compattare le linee di difesa e centrocampo per sfruttare le ripartenze di Guarìn e Palacio, quanto per la posizione assunta da Cambiasso, più avanzato rispetto a Benassi e a capitan Zanetti a collaborare col Guaro in fase di ripartenza; la risposta di Zeman è il consueto 4-3-3 con Stekelenburg tra i pali, l’ex Burdisso nel cuore della difesa e un altro ex, Destro, nel ruolo di prima punta.
Un po’ come Fantozzi nella celeberrima scena della partita Italia-Inghilterra, quella della “frittatona di cipolle e Peroni ghiacciata”, per intenderci, i tifosi interisti non hanno neanche il tempo di sedersi e “staccare il telefono”, per dirla come il ragionier Ugo, che la Roma è già in vantaggio: cross preciso di Piris e Florenzi, colpevolmente solo nell’area nerazzurra, batte di testa Handanovic, facendo esplodere di gioia la Curva giallorossa; come nel match di campionato disputato ad agosto, il numero 48 romanista regala un dispiacere a quello che fu il suo allenatore ai tempi delle giovanili a Trigoria.
Dopo lo shock iniziale, l’Inter prova a reagire grazie al condottiero Guarìn, ma il suo destro dal limite colpisce il palo a Stekelenburg battuto; l’iniziativa del colombiano, però, resta un fuoco di paglia dal momento che la Roma comincia a prendere ritmo e a creare occasioni da rete: Handanovic limita il passivo in due circostanze, prima con la collaborazione di Ranocchia, decisivo nel salvataggio sulla linea dopo una conclusione di Lamela, poi con un intervento un po’ goffo, ma efficace, su un velenoso tiro-cross di Destro.
Se Juan Jesus riesce a limitare bene le iniziative di Lamela, qualche metro più avanti Pereira lascia campo alle scorribande giallorosse, trasformando il modesto Piris in una sorta di immarcabile Cafù; il paraguaiano gode di grande libertà mentre calibra il traversone che trova la testa di Destro, abile ad anticipare Ranocchia e a realizzare il 2-0.
La mareggiata romanista sembra non avere fine, ma proprio mentre Strama manda a scaldare Nagatomo in vista della ripresa, la zampata di Palacio, imbeccato da un’astuta punizione di Cambiasso, rimette i nerazzurri in carreggiata, dopo che Guarìn, qualche minuto prima, aveva fallito una buona occasione calciando addosso al portiere olandese della Roma.
La seconda frazione si apre con l’ingresso in campo di Nagatomo per Obi, ma soprattutto con un’Inter più convinta e coraggiosa: complice un calo fisico piuttosto vertiginoso degli uomini di Zeman, la fase offensiva interista appare più incisiva, nonostante il fisiologico e comprensibile passo indietro del baby Benassi in cabina di regìa rispetto ai match con Pescara e Bologna.
Dopo alcuni tentativi dalla distanza firmati Guarìn e Pereira, la più ghiotta occasione del secondo tempo capita sui piedi del generosissimo Palacio, ma il Trenza, dopo un rinvio pessimo di Piris, prima viene murato da un difensore romanista, poi calcia un po’ debolmente, consentendo a Stekelenburg di bloccare la sfera.
Con l’inerzia della gara a favore e con una Roma sulle gambe, Stramaccioni gioca la carta Alvarez al posto di un appannato Pereira; il giovane argentino, forse motivato a smentire le voci che lo vedono in partenza prima del 31 gennaio, si crea l’occasione del 2-2 con una bella serpentina grazie alla quale evita sia Balzaretti che Castan, ma il suo sinistro a botta sicura viene deviato in angolo dal Perrotta.
Dopo 4 minuti di recupero l’arbitro De Marco decreta la fine di questo secondo scontro ravvicinato tra Roma e Inter; nonostante la sconfitta, gli uomini di Strama possono comunque guardare con fiducia alla gara di ritorno di aprile. In primavera, quando il clima si farà più mite e le giornate si allungheranno, sarà lecito aspettarsi un’Inter determinata a conquistare la finale del trofeo nazionale, magari con qualche acciacco in meno in avanti e qualche geometria in più in mezzo al campo.