Sebbene il più ottimista e positivo dei tifosi interisti potrebbe intravedere nel punto recuperato sulla zona Champions un motivo per cui abbozzare un sorriso, è innegabile che la prestazione fornita dai nerazzurri sia stata per lunghi tratti molto mediocre.
Vista la buonissima condizione fisica e mentale di cui gode attualmente il Toro, reduce da 11 punti nelle ultime 5 gare e considerando il 4-2-4 di Ventura, Stramaccioni opta per una sorta di 4-4-2 al fine di bloccare le corsie esterne e limitare le scorribande di Santana e Cerci, allargando Nagatomo a sinistra e Guarìn a destra in un centrocampo la cui cerniera è composta da Gargano e Mudingayi.
La gemma su punizione di Chivu che regala il vantaggio ai suoi compagni e una buona occasione sciupata da Palacio nei primi 10′ illudono i tifosi interisti; i granata cominciano a farsi vivi dalle parti di Handanovic grazie a combinazioni ben congegnate da parte di Barreto e Meggiorini, oltre agli spunti di Cerci e a un’impostazione di gioco semplice e lineare che consente a Brighi e Gazzi di stravincere il duello con i dirimpettai Gargano e Mudingayi, disarmanti quando si tratta di tessere gioco.
Il pareggio di Meggiorini, nato da un pasticcio macroscopico di Guarìn, è la logica conseguenza dell’andamento assunto dalla gara, con il brio di un Toro in crescita e un andamento lento di Zanetti e compagni a lasciare perplesso più di un tifoso.
Laddove possibile, l’inizio di secondo tempo è ancora peggio del primo: dopo pochi minuti Cerci brucia un Pereira che, ancora una volta, non si è dimostrato all’altezza, servendo a Meggiorini il pallone del sorpasso; l’ex attaccante del Bologna torna a segnare in Serie A dopo più di un anno, esattamente dal famoso Novara-Inter che costò la panchina a Gasperini.
Con Cambiasso al posto di Mudingayi e con lo spettro di potersi lasciare scappare l’ennesima occasione di avvicinare le squadre che la precedono, l’Inter reagisce con la forza dei nervi, approfittando anche di un Torino un po’ stanco: Zanetti scava solchi sulla fascia destra, Palacio si muove bene in avanti e Cassano, dopo un primo tempo abulico, riesce a inventare con più continuità. Con i piemontesi alle corde, Cambiasso trova il 2-2 dopo una travolgente azione personale dell’eterno Pupi.
L’ingresso di Alvarez per FantAntonio, a corto di benzina proprio quando l’Inter sembrava potesse aumentare i giri del motore e un Torino che, con il passare dei minuti, riprende le giuste distanze, fa sì che la veemenza nerazzurra si affievolisca e che siano addirittura gli ospiti a sfiorare il colpaccio, ma due provvidenziali interventi di Handanovic evitano il 3-2.
Dopo il triplice fischio dell’arbitro Massa, i sopracitati fischi del popolo nerazzurro, stanco delle prestazioni di alcuni giocatori che non stanno dando alla causa l’apporto che ci si sarebbe potuti attendere a inizio stagione. Il 2-2 di stasera conferma l’Inter al quarto posto, a -3 dalla zona Champions, con la consapevolezza che, con le poche idee messe in mostra in questo posticipo, i fischi di stasera potrebbero non essere un episodio isolato.
This post was last modified on 28 Gennaio 2013 - 15:00