Nel naufragio di Siena qualcosa si è salvato. Le note positive sono giunte dai nuovi acquisti che, nonostante una delle partite più brutte dell’Inter in questa stagione, sono riusciti a far intravedere le loro qualità.
Zdravko Kuzmanovic e Mateo Kovacic, infatti, al contrario di uno Schelotto apparso ancora lontano dalla migliore condizione, non hanno sfigurato alla loro prima partita in maglia nerazzurra. Se per l’ex Stoccarda l’ambientamento deve essere stato sicuramente più facile visto il suo passato in Italia con la Fiorentina dal 2007 al 2009, tutt’altro discorso deve essere fatto per il giovane croato, arrivato a Milano nel penultimo giorno di mercato e lanciato nella disfatta senese ad inizio secondo tempo.
Quarantacinque minuti sono bastati ai tifosi della Beneamata per intravedere le sue grandi potenzialità: tuttavia, al pari di un diamante, la sua classe pura è ancora grezza e ha bisogno di essere perfezionata con il lavoro e con il tempo. Diciotto anni, infatti, sono pochi per potersi imporre in una nuova realtà come quella nerazzurra.
Giocare nella stessa squadra per oltre cinque anni e ritrovarsi poi all’improvviso in un paese nuovo, con una lingua diversa e, soprattutto, con responsabilità e pressioni che solo un grande club può dare, non è sicuramente una delle situazioni più facili per un calciatore classe 1994.
Mateo, dunque, ha bisogno del suo tempo per ambientarsi nella nuova realtà sociale e calcistica, con l’inserimento nei meccanismi di squadra che può avvenire solo attraverso il lavoro sul campo. Proprio in quest’ottica sarà fondamentale il ruolo di Stramaccioni che dovrà essere bravo a gestirlo, consentendogli un adattamento graduale e, al tempo stesso, con un minutaggio costante.
Il contesto nel quale far maturare un giovane del suo potenziale deve essere necessariamente equilibrato, al fine di farlo esprimere al meglio ed evitare di bruciarlo con qualche prestazione sottotono che potrebbe etichettarlo in negativo per tutta la sua avventura in nerazzurro.
Domenica sera contro il Chievo, complice la squalifica di Fredy Guarin, Kovacic potrebbe essere lanciato dal primo minuto. L’importante è che, in un momento così delicato per l’Inter e per il giocatore, non ci si aspetti che sia lui a dover trascinare i nerazzurri fuori dalle sabbie mobili. Il talento c’è. Adesso serve la giusta pazienza.