Nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, uno degli argomenti più trattati è quello riguardante il periodo di appannamento che sta vivendo l’Inter, culminato con la sconfitta nello scorso turno di campionato a Siena.
Per analizzare il momento no della squadra di Stramaccioni, la rosea ha intervistato quattro protagonisti degli ultimi quarant’anni di Inter, chiedendo loro un parere su come i nerazzurri possano uscire da questo momento difficile.
Bergomi, Mazzola, Collovati e Serena hanno così detto la loro dispensando anche alcuni consigli.
“Moratti – esordisce Sandro Mazzola – fa bene a dare fiducia al tecnico. Bisogna ricordarsi che nei mesi scorsi questa squadra ha saputo andare in casa della Juve dominandola. E ha vinto quasi tutti gli scontri diretti. Stramaccioni le ha provate tutte. Prima era costretto a cambiare perché non trovava la quadratura. Ora che ha diverse alternative in mezzo al campo, deve puntare su un modulo e su un gruppo più ristretto di giocatori. Bisogna lavorare molto sull’aspetto psicologico. Vista la poca qualità che aveva prima a centrocampo, credo che adesso Stramaccioni sia quasi costretto a puntare sui nuovi”.
Anche Collovati indica la soluzione con a capo il tecnico romano: “Se credi nel progetto, è giusto insistere con Stramaccioni. Ora però il tecnico va messo davanti alle proprie responsabilità. Parlerei di fiducia a tempo. E non la legherei soltanto ai risultati ma anche a segnali importanti a livello di gioco. Deve tornare lo Strama del primo periodo, quello che non guardava in faccia a nessuno e faceva giocare chi lo meritava. Ora lo vedo meno istintivo, quasi che fosse preoccupato di riuscire ad accontentare tutti. Giusta la critica di Moratti su Schelotto, che va fatto giocare se è al top, non fermo da tempo. L’Inter ha fatto bene ha investire su giovani di valore come Kovacic“.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Aldo Serena: “A questo punto della stagione, un cambio sarebbe deleterio. Non c’è in giro un tecnico con la bacchetta magica. E poi Stramaccioni sarà anche giovane, ma ha dimostrato di avere dei valori importanti. Intanto deve recuperare Milito, decisivo per esperienza e spessore tecnico. Poi va ritrovata la compattezza e tensione per tutti i 90’, alla base della striscia positiva di ottobre. Sui nuovi serve una riflessione approfondita. Perché un conto è puntare su un giocatore d’esperienza e con le spalle larghe. Altra cosa dare responsabilità a un diciottenne come Kovacic. Se lo fai passare per il salvatore della patria rischi di bruciarlo“.
Non poteva mancare il saggio pensiero di Beppe Bergomi: “Continuare con Stramaccioni? A questo punto è giusto dare fiducia al tecnico, anche perché lo ha voluto lo stesso presidente. E’ vero che altri allenatori sono stati esonerati per molto meno, ma questo lo ha scelto Moratti e gli ha appena fatto un mercato su misura. Cosa deve fare il tecnico? Non deve più cambiare modulo in continuazione. Le altre grandi hanno un assetto definito, l’Inter si adatta all’avversario, ma dovrebbe essere il contrario. Se credi alla difesa a tre, non puoi chiudere tutte la partite a quattro, come successo di recente. I nuovi? Bisogna avere coraggio nelle scelte. Quello di Schelotto per esempio non è un problema di forma, ma di metterlo nelle condizioni di rendere al meglio. Nell’Atalanta ha quasi sempre giocato in un 4-4-1-1. Se appena arrivato lo fai esordire in un 3-4-1-2 O 3-5-2 è più che probabile che ne risenta”.