La giornata non era cominciata bene. Un infortunio a poche ore dalla partita non è mai foriero di buoni presagi. Quando poi quell’infortunio colpisce quello che rischia di essere l’unica attrazione di una partita inspiegabilmente programmata per la gelida serata di Milano, a prendere il sopravvento è il pessimismo. Per una volta infondato. Perchè l’Inter pur orfana di Kovacic, stella del mercato di riparazione nerazzurro evidentemente gradito il giusto dai tifosi , vince e per una volta convince. Non troppo, ma considerando l’andazzo recente basta davvero poco.
Stramaccioni torna alla difesa a quattro e al tridente. Per contingenza, ancor prima che per scelta. Ma sono in molti a trarne beneficio. Ranocchia abbandona la poco gradita a difesa a tre, ritornando ad essere l’impeccabile difensore centrale sempre efficace, anche in zona gol. Zanetti, nella sera in cui diventa il secondo per presenze nella storia della serie A, trova beneficio in un ruolo in cui tratta meno la palla e sgroppa sulla fascia come un levriero (lui sì) in maniera talmente poderosa che gli avversari provano a fermarlo con interventi da espulsione che però restano impuniti. Qualche avvisaglia del particolare metro arbitrale era già arrivata nel pomeriggio.
La presenza di Kuzmanovic è un toccasana: il centrocampista serbo ricorda il Thiago Motta del periodo leonardiano per capacità di dare qualità e tempi a una squadra che ne ha disperato bisogno, pur giocando in un ruolo non esattamente suo. Assume un senso perfino il recentemente disastroso Gargano, chiamato all’ingrato compito di prendere il posto del tanto atteso Kovacic. “El Mota” parte male perdendosi il solito carneade del gol Rigoni e poi sciorina una prestazione completa, da portatore d’acqua con velleità di ruoli di comando. Arriva addirittura a colpire un palo su punizione, proprio mentre tutti i sostenitori nerazzurri, memori della “prodezza” balistica della settimana precedente al Franchi, gli gridavano di farsi da parte. Ma è tutto diverso da Siena.
Soprattutto per Cassano, che trova ancora una volta un gol fortunoso, ma è un altro giocatore rispetto alla sfortunata trasferta toscana. Il talento di Bari Vecchia, facilitato dal ritorno con gol di Milito, pennella calcio, spazia per l’intero rettangolo di gioco e premia i tagli, per una volta numerosi, dei compagni. Difficile ora dare a Stramaccioni meriti eccessivi per questa vittoria, così come era superficiale accusarlo per la serie di sfortunate debacle. Quel che è certo è che il tecnico ha vinto la scommessa Cassano. Magari è solo la prima di una lunga serie di vittorie.
Giovanni Cassese
(Twitter: @vannicassese)