L’eroe che non ti aspetti: Ezequiel Schelotto, con un colpo di testa pregevole per precisione e scelta di tempo, regala il pareggio a un’Inter double face, brutta quasi quanto quella di Firenze nel primo tempo e generosa e determinata a raddrizzare la gara nella ripresa.
Le assenze in casa nerazzurra si sono fatte sentire, ma gli uomini di Stramaccioni hanno avuto il merito di tenere botta durante la tempesta rossonera dei primi 45 minuti e di raddrizzare la barra del timone per portare a casa un punto che lascia invariato il distacco dai cugini.
Per il derby più delicato delle ultime stagioni, Strama conferma la fiducia ad Alvarez dopo la buona prova di Europa League, schierando un 4-2-3-1 che per molti versi assomiglia a un 4-4-1-1 con l’argentino a Guarìn esterni di fascia e il duo Palacio-Cassano a duettare in avanti; il grande ex Balotelli è presente nel cuore dell’attacco con Boateng ed El Shaarawy esterni, mentre Muntari e Nocerino fanno da scudieri a Montolivo nel 4-3-3 di allegriano stampo.
Le mosse del tecnico interista non sembrano essere delle più felici, poichè dopo un quarto d’ora di buona pressione, l’Inter perde terreno e il Milan passa in vantaggio: Zapata, anticipando Cassano, innesca il contropiede milanista, finalizzato dall’esterno destro di El Shaarawy che fulmina Handanovic. Per il Faraone è il primo gol nel derby.
Zanetti e compagni sbandano paurosamente e ci pensa il solito Handanovic a evitare il tracollo: nella notte degli Oscar, la sua parata sul colpo di testa di Balotelli ha tutte le carte in regola per vincere il premio di “miglior effetti speciali”, mentre il suo intervento sulla punizione del numero 45 rossonero pochi minuti più tardi consente all’Inter di andare al riposo con un passivo ampiamente recuperabile.
Strama inverte Nagatomo e Zanetti, spostando il giapponese a sinistra e il capitano a destra per tamponare su El Shaarawy: la mossa porta i suoi frutti perchè, dopo un colpo di testa di Boateng fuori di poco, l’Inter aumenta il ritmo di gioco e il pubblico di San Siro alza i decibel del proprio tifo.
La rimonta parte dai cambi tattici, non certo da “annali”, ma comunque apprezzabili, a cui si aggiunge l’innesto di Schelotto per Cambiasso; dopo un buon forcing nerazzurro, in cui si segnala una volèe di Guarìn sventata da Abbiati, ci pensa l’ex atalantino a pareggiare i conti: il suo colpo di testa di cross di Nagatomo lascia Abbiati di sasso e fa esplodere la gioia del popolo interista.
La Nord si riaccende, ma complici l’impegno europeo di Cluj-Napoca e la paura di farsi scappare un derby riagguntato a fatica, l’Inter arretra il suo baricentro, lasciando l’iniziativa a un Milan a corto di fiato e idee dopo l’impresa con il Barça e un primo tempo a buon ritmo; il destro di Niang, sventato dalla “manona” di Handa, è l’unico brivido di un finale in cui le squadre badano a non perdere.
Con il cuore, più che con le idee, l’Inter resta agganciata al gruppone in bagarre per il terzo posto, in attesa della partita della Lazio, impegnata domani sera contro il Pescara; i nerazzurri, dopo il 4-1 di Firenze, si riscoprono vivi e determinati a lottare fino alla fine. Molto probabilmente con la partita di stasera non vinceremo l’Oscar, ma possiamo continuare a inseguire l’obiettivo Champions League.