Ve lo ricordate l’Antonio Cassano geniale, ma facile all’ira, visto in azione sulla sponda blucerchiata di Genova? Oppure quello che, quando vestiva la maglia della Roma, dopo essere stato espulso da Rosetti nella finale di Coppa Italia, inveii contro il direttore di gara dandogli del “cornuto”, con tanto di gesto con le mani? O perchè no, quello che al Real Madrid (mica la Longobarda) si divertiva a fare imitazioni di Capello e ingrassava in maniera incontrollata, finendo quasi regolarmente in panchina?
Bene, quell’Antonio Cassano tanto divertente quanto inaffidabile ha avuto una metamorfosi, complici tanti fattori tra cui l’età, il matrimonio e la paternità, diventando un punto di riferimento per molti compagni in questo suo primo anno di esperienza in maglia nerazzurra; anche lo staff dirigenziale, oltre al popolo interista, è rimasto favorevolmente impressionato dalla condotta del barese, al punto che il suo rinnovo di contratto sembra essere una mera formalità.
Il numero 99 più famoso d’Italia, arrivato nello scetticismo generale, si è fatto largo nei cuori dei tifosi a suon di assist e di giocate geniali che in più di una circostanza hanno smarcato i compagni di reparto davanti al portiere avversario, conquistandosi così la centralità nel progetto Inter di oggi e di domani.
Le polemiche in caso di esclusione dall’undici titolare o in caso di sostituzione hanno rasentato lo zero assoluto (un po’ imbronciato dopo la sostituzione con il Pescara, ma è una cosa che si vede quasi ogni domenica in tutti gli stadi, dalla Serie A alla terza categoria), facendo ricredere i suoi detrattori e sacrificandosi per il bene della squadra.
Il suo sacrificio si sta vedendo proprio in questo periodo di grande emergenza, dove FantAntonio ha accettato di giocare da centravanti atipico, con il rischio di essere costantemente marcato da due uomini alti un metro e novanta e di prendere non pochi calcioni, per agevolare, con la sua tecnica e la sua visione del gioco, gli inserimenti di Palacio, Guarìn e chi più ne ha più ne metta.
Com’è cambiato il giudizio sul Pibe di Bari da agosto, giorno del suo approdo alla Pinetina, a oggi: la paura di aver inserito nello spogliatoio una mina vagante pronta a esplodere alla seconda panchina consecutiva, il dubbio di aver ceduto un centravanti più giovane (Pazzini) per un trequartista più vecchio e non molto mobile, il timore che il giovane Strama non riuscisse a gestire una personalità così imprevedibile. A distanza di 6 mesi, lo scenario si è ribaltato, promuovendo Cassano a elemento di vitale importanza per il gioco nerazzurro.
Il rinnovo del contratto, che dovrebbe arrivare a breve, è la logica conseguenza di una maturazione che ha consentito a Cassano di esprimere il meglio di sè alla corte del presidente Moratti: la luce dell’attacco interista potrà così brillare ancora per diversi anni.