Il derby di domenica sera tra Inter e Milan conclusosi con il risultato di 1-1 frutto dei gol di El Shaarawy e Schelotto, ha lasciato strascichi anche dopo il fischio finale.
Infatti, a Inter, Milan e Mario Balotelli, sono state inflitte ammende per alcuni comportamenti durante la stracittadina.
Per quanto riguarda la società nerazzurra, la pena è stata inflitta a causa di alcuni cori discriminatori, o presunti tali, contro il numero 45 rossonero.
Ecco quanto recita il comunicato del giudice sportivo della Lega di Serie A, Gianpaolo Tosel: “Il club nerazzurro è stato punito per avere suoi sostenitori: 1) all’11’ del primo tempo, all’11’, 15′, 16′ e 19′ del secondo tempo, indirizzato grida e cori costituenti espressione di discriminazione razziale ad un calciatore della squadra avversaria; 2) al 30′ del primo tempo e al 44′ del secondo tempo, indirizzato analoghi cori nei confronti di altro calciatore della squadra avversaria; 3) al 12’del primo tempo ed al 34′ e 37′ del secondo tempo, esposto quattro striscioni dal contenuto insultante nei confronti di un calciatore e dei sostenitori della squadra avversaria; 4) nel corso del primo tempo e al 30′ del secondo tempo, indirizzato in varie circostanze un fascio di luce-laser sul terreno di giuoco, nonostante reiterati inviti a desistere da tale riprovevole comportamento; con recidiva specifica”.
L’ammenda inflitta dal giudice sportivo è apparsa piuttosto salata e sproporzionata rispetto ai fatti: lo stesso Adriano Galliani aveva definito i cori e gli striscioni contro Balotelli “folkloristci“.
Dalle pagine de La Gazzetta dello Sport, Massimo Moratti ha espresso tutto il suo disappunto per la decisione di Tosel: “La cosa che mi lascia allibito è la multa per cori razzisti. Credo che durante il derby il pubblico si sia comportato molto bene. Quella cifra si giustificherebbe in presenza di comportamenti estremi”.
La tutela dei giocatori ma soprattutto della buona educazione all’interno degli stadi italiani deve assolutamente essere sempre in primo piano. Talvolta però, sarebbe bene classificare come razzisti solo alcuni gesti piuttosto che altri.
L’apostrofare malamente un calciatore avversario di colore, non implica necessariamente razzismo. Se le attenzioni del pubblico nerazzurro fossero state rivolte verso un giocatore bianco, il giudice Tosel avrebbe ugualmente multato l’Inter?
Campioni del passato come Materazzi e Gattuso, hanno trascorso i loro derby sommersi da improperi di ogni tipo, senza mai riscontrare alcun malumore morale da parte della Lega. Eppure, gli insulti non sono mai mancati.