“Vendo l’Inter? Tutto nasce dal socio cinese che ha manifestato interesse per entrare in società. Poi ci sono stati altri abboccamenti in Europa e Oriente”. Ma è vero che è stata incaricata la banca d’affari Lazard per sondare il terreno? “Sì, lo ammetto. Conosco bene la Lazard, banca molto esperta nel ramo delle fusioni e delle acquisizioni. La linea, però, è quella cinese. Cerco un socio per costruire lo stadio. Percentuali? Non importa, perché io resto minimo col 51%. Importante che lo stadio sia qualcosa che appartenga alla società e non sia un delegato esterno. E ci sono anche potenziali acquirenti americani. Al di là del socio, farò comunque lo stadio. Lo voglio moderno, non modernissimo. Deve funzionare e ricalcare lo stile della città. Ho sul tavolo una serie di progetti e uno mi intriga da pazzi. Ovviamente ci vuole una legge per sveltire le procedure burocratiche”.
Moratti non nasconde di aver pensato di vendere la società: “Non poche volte ho avuto la tentazione di cedere il club. Penso sia venuto in mente a tutti, tranne ad Andrea Agnelli, che è appena arrivato. Lo farò quando sarà giusto perché, in fondo, dopo un po’ è necessario un cambiamento di facce e aumenta il bisogno di nuove idee. Vendere mi torna in mente per tante ragioni, ma poi… penso ai tifosi e alla loro fiducia in me. E mi dico: non li posso fregare”.
Il patron interista indica poi le linee guida del nuovo corso: “Evidente che abbiamo scelto un profilo più basso, ma era già successo con la Grande Inter. Bisogna gettare le basi per un futuro e avere pazienza. Questa stagione è di passaggio. Anzi, di costruzione. All’inizio tanti ostacoli, poi siamo andati meglio e abbiamo preso piede. E mi sono illuso… Mi conforta che tutti perseguiamo il medesimo obiettivo. Rivoluzione a giugno? Pazienza: è necessario saper resistere alle tentazioni. I condizionamenti arrivano dagli avversari: loro comprano un fuoriclasse e tu che fai? Sei portato a pensare che non puoi restare con le mani in mani e allora ti esponi, spendi. Ora un ragionamento così non è più sostenibile. Berlusconi ha preso Balotelli? Se c’è un’elezione all’anno, un campione all’anno lo compra: è una scusa per divertirsi. Ma anche Berlusconi sa che nel calcio bisogna darsi una calmata”.
Fonte: Tuttosport
This post was last modified on 2 Marzo 2013 - 03:38