Come il bene incondizionato che un padre nutre nei confronti del proprio figlio. Passa il tempo, scandito da momenti di gioia e delusioni, ma l’amore rimane inalterato. E così può essere descritto il legame profondo tra Moratti e la sua Inter. Sono passati una manciata di giorni dalla disfatta della sua creatura al White Hart Lane di Londra e dalla sua espressione allibita e perplessa sfoggiata sugli spalti, ma la sua fede nei colori nerazzurri è rimasta incrollabile.
Lo dimostrano le parole rilasciate dal patron, proprio lo stesso giorno in cui 105 anni fa 44 soci dissidenti del Milan si riunirono al ristorante L’Orologio per dare vita all’Internazionale Football Club di Milano.
Intrattenutosi con i giornalisti prima di accomodarsi intorno a un tavolo presso la trattoria “La Madonnina” in compagnia dei figli di Facchetti e Prisco, il primo pensiero di Moratti va proprio a chi ha contribuito a fare grande l’Inter lasciando una traccia indelebile: “Innanzitutto c’è commozione nel venire qui con Gianfelice Facchetti e il figlio di Prisco, due persone che hanno vissuto la storia dell’Inter con tifo e sentimento, grazie al coinvolgimento dei loro meravigliosi genitori”. Parole importanti anche nei confronti di tutti i tifosi della Beneamata che, nonostante le difficoltà evidenti della squadra, continuano a supportarla e a dimostrare “entusiasmo, calore e simpatia nei confronti dell’Inter“.
Moratti analizza il momento non proprio felice del club nerazzurro, evidenziando come sia difficile trovare un unico soggetto responsabile di questa situazione: “Trovo che il discorso del momento negativo per la nostra Inter sia da ampliare, perchè non è giusto attribuire le colpe solo ai giocatori, anche la società dev’essere più adatta, più sveglia, più pronta, più vicina, più vera e più interista“. Una risposta, questa, che lascia intravedere la forte volontà di cambiare qualcosa a livello societario, soprattutto dopo le indiscrezioni lanciate da La Gazzetta dello Sport riguardo l’ipotesi di un ritorno di Leonardo a Milano.
Nei giorni passati si è parlato anche della possibilità di vedere in futuro un’Inter senza Moratti, ma alle domande sull’argomento il numero uno interista rassicura divertito: “Non ho sostituti, d’altro canto (sorride, ndr). Ne avevo trovato uno bravissimo (Facchetti, ndr) ma ora purtroppo non c’è più”.
Chiusura riservata a chi è stato definito dallo stesso patron nerazzurro “un artista”, ovvero Antonio Cassano: “Se non lo difendo io, chi lo difende? Sono cose che possono succedere, ma i giornali hanno cercato accuse spaventose. In queste cose bisogna esser tutti uniti, l’importante è che non faccia più cazzate. Anche perchè siamo rimasti solo con due centravanti, non posso farne fuori uno (sorride, ndr)“.