Purtroppo ci risiamo! L’Inter non è riuscita a sfruttare, per l’ennesima volta, la possibilità di avvicinare il secondo posto occupato dal Napoli. La squadra di Stramaccioni è caduta inaspettatamente contro il Bologna di Stefano Pioli che, pur non avendo mostrato niente di trascendentale, è uscito dal “Meazza” col bottino pieno, più che per meriti propri, per l’inadeguatezza di alcuni giocatori nerazzurri (Pereira e Gargano su tutti) e per la totale confusione che alberga da troppi mesi all’interno del gruppo.
Ma andiamo ad analizzare più nel dettaglio la situazione dell’Inter, quinta in classifica a quota 47 punti: il secondo posto, occupato dal Napoli, dista sei lunghezze, mentre sono quattro i punti che separano i nerazzurri dal Milan, attualmente terzo. Il pass per la prossima Champions League, potenzialmente ancora raggiungibile, è più lontano di quanto non sembri, vista anche la presenza di Lazio (47 punti) e Fiorentina (48 punti) a contendersi l’ultimo gradino del podio, senza contare la Roma, che si è rifatta sotto e può diventare una vera e propria mina vagante.
Almeno sulla carta, a dieci giornate dal termine del campionato i giochi sono ancora aperti: l’Inter ha un calendario non proibitivo, ma considerando la vera e propria pazzia della squadra, soprattutto negli ultimi tre mesi, nessuna partita può essere interpretata come facile o difficile.
Inoltre, il 17 aprile i nerazzurri affronteranno la Roma in semifinale di Coppa Italia (la gara d’andata è terminata 2-1 per la squadra giallorossa, ndr) e in caso di accesso alla finale contro la Lazio e di vittoria, la Beneamata accederebbe direttamente in Europa League anche se non dovesse raggiungere le prime sei posizioni.
Per molti, però, questo sarebbe uno “spauracchio” da evitare: abbiamo potuto constatare in questa stagione quanto l’Europa League sia dispendiosa a livello fisico e di preparazione alle partite del weekend. Se si vuole ripartire, come dice la società, con un progetto basato essenzialmente sui giovani, bisognerà trovare il modo di poter lavorare con costanza sul futuro delle nuove leve, in modo tale da creare un’identità di squadra e trovare finalmente un gioco che permetta ai calciatori di mettere in mostra le proprie qualità.
Giocatori giovani, idee di gioco e identità ben precisa, più un allenatore che sappia motivare i calciatori: Stramaccioni pur avendo tante attenuanti (non è lui il principale artefice di questa stagione con pochi alti e troppi bassi) rischia di non essere riconfermato senza un piazzamento Champions (di fondamentale importanza per la prossima stagione).
Se la truppa nerazzurra si accorgerà, arrivata alle ultime tre o quattro giornate, che il terzo posto è inarrivabile forse sarebbe meglio “tirare i remi in barca” e pensare già alla prossima stagione. Scelta dolorosa ma che sarebbe una manna dal cielo per ripartire da zero, basandosi solamente sul campionato, come ha fatto la Juventus nel 2011-2012.