Una “questione di fiducia”: l’incerto destino della panchina dell’Inter

Stramaccioni allenamento InterMourinho, Lucescu, Mazzarri, Spalletti, Blanc, Simeone, Terim. Sono soltanto alcuni degli allenatori accostati dai quotidiani sportivi alla panchina dell’Inter per il “dopo Stramaccioni”. Una lista che, con il passare dei giorni, potrebbe addirittura arricchirsi.

Le acque si sono relativamente calmate dopo il sonoro 4-1 inflitto al Tottenham e l’impresa soltanto sfiorata di accedere ai quarti di Europa League. La presenza del tecnico romano anche per la prossima stagione, però, è ancora avvolta in una fitta coltre di nebbia. Con due obiettivi ancora realizzabili (terzo posto e Coppa Italia) sembra essere prematuro e, soprattutto, dannoso per il rendimento della squadra proiettarsi già da ora su discorsi del genere, che avrebbero come unico effetto la delegittimazione dell’allenatore di fronte all’ambiente nerazzurro.

A questo proposito bisogna porsi alcune domande. E’ giusto addossare le colpe di un mercato e di una gestione delle risorse a dir poco discutibile all’allenatore interista? I tecnici sopra citati (ad eccezione di Mourinho che sembra essere un sogno irrealizzabile più che una pista concreta) avrebbero potuto gestire il momento negativo in modo migliore?

E’ innegabile che negli ultimi tempi Stramaccioni abbia compiuto diversi errori di formazione, dettati più dalla mancanza di alternative e dai ricorrenti infortuni che da una incapacità nel leggere tatticamente le partite disputate dalla Beneamata. L’inventarsi un Kuzmanovic regista, un Guarin sulla fascia destra o un Benassi ala offensiva sembrano essere infatti la più eclatante testimonianza della incompletezza attuale della rosa. Bisognerà valutare con più coerenza il lavoro del tecnico romano, quando questi avrà a disposizione i nuovi acquisti come quello certo di Icardi e quello possibile di Sanchez e si saranno recuperate pedine fondamentali nello scacchiere nerazzurro, quali Samuel, Nagatomo e Milito.

Nel mondo politico, il Governo che vuole far passare una legge ritenuta fondamentale lega la sua permanenza all’approvazione di tale norma, ponendo innanzi al Parlamento una “questione di fiducia”; utilizzando un’ardita metafora, è possibile riportare tale concetto in casa Inter: Stramaccioni dovrebbe proporre il proprio progetto tecnico alla società, cui spetta il compito di accettarlo o rifiutarlo senza alcuna riserva. Solo se sarà pienamente condiviso si potrà continuare a percorrere la stessa strada…

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