Un Inter-Juve non come tanti in una partita che non sarà mai come le altre. Primo tempo abbottonato, acceso, quasi rissoso. L’Inter di Mou fa la partita, i bianconeri di Del Neri si difendono con ordine e cercano di ripartire. E’ un’Inter troppo grande, però, per qualla “piccola” Juve e l’espulsione per doppio giallo di Sissoko dà definitivamente il colpo di grazia ai bianconeri, i quali, nella seconda frazione di gioco, non potranno resistere allo strapotere di Zanetti e compagni che qualche giorno dopo asfalteranno sullo stesso terreno i marziani catalani.
Milito spreca l’impossibile e Buffon riesce a mantenere inviolata la propria porta fino al minuto 29 della ripresa quando Maicon decide di estrarre dal cilindro uno dei suoi colpi di genio con un gol impossibile: sugli sviluppi di un calcio da fermo, Felipe Melo, nel tentativo di anticipare Milito, alza una palla a campanile, il numero 13 interista, appostato al limite dell’area, controlla, si libera con un sombrero di Amauri, addomestica la palla con la coscia e trafigge Buffon con un collo esterno destro che si insacca nel sette.
La Curva Nord impazzisce, San Siro esplode, l’Inter balza a + 2 sulla Roma attesa da derby capitolino. Il Colosso bacia l’anello, Mourinho sorride beffardo mentre i bianconeri, a capo chino, si piegano alla forza d’urto di un’armata che, nel finale, raddoppierà con Eto’o e nel giro di un mese giocherà ad una sorta di Risiko calcistico, conquistando tutto ed entrando di diritto e di fatto nel Gotha del calcio europeo e mondiale.
Una derby d’Italia vinto, un gol d’antologia, un’istantanea mai sbiadita: la fotografia di un’Inter che sapeva morire sul campo per il senso di fedeltà ai colori nerazzurri e al condottiero Mou.
This post was last modified on 30 Marzo 2013 - 18:18