Si parte dal suo arrivo all’Inter: un inizio ma anche un ritorno in Italia dopo la passata esperienza alla Fiorentina. “Mi sono trovato subito bene qui all’Inter, mi hanno accolto tutti benissimo e sono veramente contento – racconta Kuz -. Ritornare in Italia è stata anche una scelta di vita. Ho visto com’era quella in Svizzera, quella in Germania, ma quando sono andato via dall’Italia mi è mancata fin da subito”.
La Serie A l’aveva infatti già assaggiata ai tempi di Firenze. Di sicuro “è difficile dire dopo due mesi come ho ritrovato il campionato italiano, dovrà sicuramente passare un altro po’ di tempo“. Alcune differenze rispetto alla Bundesliga, però, il centrocampista serbo le può elencare: “Sono campionati molto diversi: lì si lavora più sulla corsa, sul fisico, meno con la tecnica e la tattica. Poi, non credo di dire qualcosa di strano, se ammetto che l’Inter è una grande squadra, lo Stoccarda in Germania non grandissima e quindi si lavora con obiettivi diversi“.
Indossare la maglia dell’Inter è qualcosa di speciale: “Quando giocavo a Firenze non è stato mai facile giocare contro l’Inter. Ricordo che pensavo ‘Mamma mia, quanto sono forti’ (ndr, sorride). E subito dopo speravo di non prendere molti gol”. Ma Kuz non vuole fermarsi e pensa al presente, ma anche al futuro: “Certamente devo crescere e migliorare, sono qui per farlo. Il sogno sarebbe ripetere quello che ha fatto l’Inter in quel maggio 2010, ma adesso dobbiamo pensare a quello che possiamo fare noi, quindi al campionato e alla Coppa Italia. Da parte mia, fino a che sarò qui, darò tutto per l’Inter“.
Quali sono i compagni con cui ha legato di più? Sicuramente il suo compagno di nazionale Stankovic, ma non solo: “Deki è stato il primo a prendermi per mano, ma anche Zanetti è stato importante. Per fortuna parlo un po’ italiano e questo mi aiuta tanto. Questo è un bel gruppo. Non conoscevo Kovacic, Handanovic lo conoscevo per l’Udinese, Vid l’ho conosciuto qui. Siamo un piccolo gruppo, ma io sono davvero contento con tutti perchè non mi piace parlare di gruppi”.
E’ ancora presto per dare giudizi: “Dopo due mesi e mezzo non posso darmi un voto, devono essere gli altri a farlo”. C’è però il rammarico per qualche infortunio di troppo: prima Milito, di cui “ricordo i suoi gol contro il Bayern Monaco nella finale di Champions League” e ora Palacio. L’ottimismo comunque non manca: “Mi dispiace tanto per Rodrigo perchè lui ha realizzato tanti gol ed è importante per la squadra. Ora dobbiamo trovare un’altra soluzione, il mister lo saprà fare nel miglior modo possibile e sapremo andare avanti”.
This post was last modified on 6 Aprile 2013 - 15:51