Il presidente nerazzurro non adopera mezzi termini per descrivere l’operato dell’arbitro Gervasoni, reo di aver concesso un rigore inesistente che ha permesso ai bergamaschi di rientrare in partita quando il punteggio era fissato sul 3-1. Il direttore di gara vede un fallo di mano di Samuel e decide di fischiare il penalty nell’incredulità e nello stupore generali. Stati d’animo condivisi dallo stesso Moratti che risponde così alle domande: “Il mio unico commento è sul rigore. Un rigore di questo genere cambia la partita. E’ ingiusto tutto ciò perché mette una squadra in condizione di non sentirsi considerata“.
L’ episodio in questione è soltanto l’ennesimo di una stagione ricca di decisioni arbitrali rivedibili e il patron della Beneamata, palesemente scuro in volto, lo evidenzia affermando: “Credo siano venti o ventuno partite che non ci danno un rigore, statisticamente credo sia impossibile che non ci siano state occasioni tali in tutto un girone”.
Fino a questa partita il massimo dirigente nerazzurro aveva preferito parlare cautamente di “sviste” o “situazioni sfortunate”. Cambia registro, invece, in questa occasione, lasciandosi scappare un’espressione piena di significato: “Non credo alla buona fede“.
This post was last modified on 8 Aprile 2013 - 17:30