Anche nella conferenza stampa postmatch, Andrea Stramaccioni ha ribadito la sua rabbia per il modo in cui è arrivata la sconfitta subita contro l’Atalanta. Ecco le sue parole:
Dopo una partita del genere, ti senti preso per i fondelli?
“No, non è la locuzione giusta. Percepisco poco rispetto per questa maglia e per questi tifosi. Lo percepisco per quello che vedo e per quello che sento. C’è differenza tra commettere un errore e vedere qualcosa che non è successo. E’ una stagione in cui l’Inter e il suo allenatore si sono sempre presi le colpe e ci hanno sempre messo la faccia. Ci è successo di tutto, ma in una partita chiave come questa, in cui avevamo già tantissimi problemi, andare in vantaggio 3-1 con una prestazione di grande carattere e poi vedere che l’arbitro si inventa qualcosa che neanche gli avversari hanno visto fa arrabbiare. I miei calciatori, essendo uomini e avendo sangue nelle vene, hanno avuto un blackout di dieci minuti che ci è costato la partita. I ragazzi erano arrabbiati anche con loro stessi, ma un episodio come quello che abbiamo visto oggi è il non plus ultra di ciò che abbiamo vissuto dopo la partita con la Juventus. Non faccio dietrologie, dico solo che episodi del genere decidono le partite. Dalla panchina siamo stati cinque minuti a cercare di capire cosa avesse fischiato l’arbitro. L’Atalanta ha sfruttato il nostro momento difficile ed è stata brava e fortunata a portare a casa i tre punti”.
Per quale motivo l’Inter non viene trattata come una grande squadra dagli arbitri? Non hai l’impressione che succeda qualcosa ogni volta che la squadra ha possibilità di avvicinarsi a posizioni importanti?
“Sono convinto che non ci sia niente di premeditato, ma è innegabile che certi errori decidano le partite e i campionati. Non siamo in una condizione tale da poter essere più forti degli episodi. Al fischio finale eravamo tutti molto arrabbiati”.
Non pensi che chi sta davanti a voi, pur avendo avuto meriti in più, abbia goduto di qualche vantaggio?
“Allora ce l’hai anche tu il satellite? (sorride, ndr). Io sono solo amareggiato, perchè lavoriamo tanto e poi succedono queste cose. Dopo l’infortunio di Palacio eravamo stati tre giorni a caricarci a vicenda, dicendo quanto fosse importante questa partita. E’ un peccato. Sicuramente è anche colpa nostra, ma sono convinto che la partita fosse in controllo”.
Cosa hai pensato quando hai visto i tre minuti di recupero?
“Adesso non voglio star qui a parlare solo di queste cose. Sono solo amareggiato perchè è strano vedere i miei giocatori – che ne hanno viste di tutti i colori – increduli. Dicevo al quarto uomo ‘ma chi gliel’ha fatto fare di dare quel rigore?!?’. Poi magari l’Atalanta ci avrebbe battuto lo stesso, ma in un momento di emergenza con il nostro, in cui dobbiamo fare a meno di giocatori come Palacio e Milito, fa rabbia vedere certe cose”.
Ti preoccupano i gol dell’Atalanta a difesa piazzata?
“Secondo me abbiamo commesso un errore grave sul primo gol, perchè abbiamo perso il taglio sul secondo palo di Bonaventura. Il secondo non è da commentare, mentre il terzo è stato deciso da un doppio rimpallo sul vertice dell’area, che ha influenzato il prosieguo dell’azione; l’ultimo è un capolavoro di Denis, che ruba il tempo a Samuel su una palla difficilissima”.
Che umore c’è nello spogliatoio? Credete ancora nel terzo posto?
“Ci crederemo finchè la matematica non ci condannerà. Abbiamo dimostrato anche stasera che c’è grande voglia, nonostante le difficoltà. I ragazzi hanno dato una grande risposta, ma è palese la situazione di emergenza. Per l’ennesima volta sono stato costretto a mettere Ranocchia centravanti. Inutile fare calcoli comunque, abbiamo una settimana e dobbiamo ragionare partita per partita. Tra una settimana ci aspetta il Cagliari, sperando di giocare in un campo all’altezza della Serie A. Poi avremo la partita che tutti aspettiamo: la semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Roma. Vogliamo assolutamente raggiungere la finale. Giriamo pagina. Io credo tantissimo nei miei ragazzi e nel mio lavoro”.
Hai la percezione che l’infortunio di Cassano possa essere serio?
“La dinamica purtroppo è chiara. Lui ha fatto un colpo di tacco per imprimere molta forza al pallone e ha sentito dolore nella parte posteriore della coscia. Antonio sarebbe anche rimasto stoicamente in campo, ma ho deciso di toglierlo per ridurre al massimo i tempi del suo recupero. Sicuramente, mancando dieci giorni alla partita di coppa, non sono troppo ottimista. E’ un altro episodio sfortunato. Valuteremo domani in base all’esito degli esami”.
Stai pensando a delle soluzioni alternative per la formazione delle prossime partite?
“Il pericolo più grande è l’assenza di ricambio. Il problema non sarà fare una formazione iniziale pericolosa ma riuscire a mantenere la pericolosità nell’arco dei novanta minuti. I ragazzi della Primavera sono ancora un po’ acerbi per questi palcoscenici quindi starà a me trovare delle soluzioni”.