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La rocambolesca, quanto amara, sconfitta interna contro l’Atalanta ha visto, sulla panchina nerazzurra, uno spettatore d’eccezione. Dopo 5 settimane di stop forzato, infatti, il giapponese Yuto Nagatomo è ritornato a far parte della lista dei convocati e a respirare l’odore dell’erba di San Siro.

Seppure ancora parzialmente arruolabile, l’esterno nipponico sta recuperando gradualmente la condizione nella speranza di tornare a completa disposizione di mister Stramaccioni in vista di un finale di stagione particolarmente convulso. Uscito malconcio dopo il derby di ritorno, Nagatomo aveva riportato una lesione dei legamenti menisco capsulari del menisco esterno e una piccola lesione radiale del labbro libero del menisco esterno.

Un infortunio fasidiosissimo che ha richiesto tempi di recupero addirittura più lunghi di quelli preventivati in un primo momento, costringendo il giapponese a svolgere ripetute sedute fisioterapiche, allenamenti votati al rinforzo del quadricipite e riabilitazione propriocettiva per abbinare al recupero del tono muscolare anche un’efficiente mobilità articolare.

L’ex Cesena, diventato uno dei beniamini del popolo nerazzurro per la simpatia che riesce a suscitare ed il grande spirito di volontà che condisce le sue prestazioni, uscendo di scena in un momento topico della stagione, ha portato via all’intelaiatura tattica di Stramaccioni un tassello fondamentale.

In ragione delle sue caratteristiche e del suo frenetico dinamismo, l’esterno del Sol Levante rappresenta un calciatore unico nello scacchiere dell’Inter che, in sua assenza, ha spesso dovuto variare uomini, moduli e soluzioni. Particolarmente votato alla fase di spinta, Nagatomo, maturando esperienza e dimestichezza con il calcio italiano, negli ultimi tempi aveva palesato apprezzabili miglioramenti anche in quelle diagonali difensive da sempre suo tallone d’achille.

Proprio quelle diagonali difensive che, in questo scorcio di stagione ed in particolare nella gara contro l’Atalanta, sono mancate ad Alvaro Pereira. L’esterno mancino uruguaiano, sostituto naturale di Nagatomo, fatta eccezione per i due assist vincenti contro Catania e Samp che si sono tradotti in altrettanti gol di Palacio, non è riuscito mai a dare l’impressione di poter recitare un ruolo da protagonista indiscusso nell’Inter, dando sempre la sensazione di essere un corpo estraneo e lontano parente del giocatore ammirato in un Porto super vincente.

Diventa fondamentale, allora, il pieno recupero del numero 55 nerazzurro, che molto probabilmente disputerà qualche minuto già nella gara esterna di Trieste contro un Cagliari in grande spolvero. La corsa di Yuto e la sua continuità nell’assicurare sovrapposizioni esterne sarebbero una boccata d’ossigeno per un’Inter che ha perso i suoi uomini migliori e, con essi, anche quel senso di fiducia e di speranza che nel calcio rappresentano una marcia in più.

This post was last modified on 12 Aprile 2013 - 02:47

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redazione