La travagliata stagione dell’Inter sta volgendo al termine ed è già tempo di bilanci. Simile ad un percorso a ostacoli, il campionato di Zanetti e compagni è stato avaro di soddisfazioni fino a questo momento. Dopo un ottimo avvio culminato con la vittoria dello Juventus Stadium, il declino è stato inesorabile e ha condotto tra infortuni, sviste arbitrali e obiettivi persi per strada all’attuale sesto posto.
I numeri sono impietosi e lasciano poco spazio a qualsiasi tipo di recriminazione. Il dato più allarmante si ritrova alla voce dei gol subiti, ben 43 in 31 partite, troppi per chi pretende di tornare a calcare palcoscenici importanti. Una statistica meno evidente, ma molto più significativa, riguarda invece la scarsa vena realizzativa del centrocampo nerazzurro diventato in tal senso ancor più decisivo dopo gli infortuni che hanno colpito in sequenza Milito, Palacio e Cassano. Il più prolifico in questa speciale classifica è Fredy Guarin con quattro reti all’attivo, seguito a ruota da Cambiasso e Alvarez fermi a quota tre. Pereira, Schelotto, Coutinho e Sneijder (questi ultimi due ceduti a gennaio) sono andati una sola volta a segno mentre i vari Gargano, Kuzmanovic e Kovacic non hanno ancora trovato la via del gol.
Questi numeri diventano ancor più preoccupanti se vengono posti a confronto con quelli delle squadre che precedono in classifica i nerazzurri. La Juventus ha sopperito alla mancanza di un vero e proprio goleador nel reparto offensivo grazie ai vari Pirlo, Pogba, Marchisio, Vidal, Asamoah e Giaccherini che insieme hanno messo a referto 24 segnature. Per fare un altro esempio, la Lazio di Petkovic fa degli inserimenti dei centrocampisti alle spalle della punta centrale un’arma micidiale. Nelle fila biancocelesti i più presenti nell’ area di rigore avversaria sono Hernanes (9) Candreva (5) e Mauri (3). Lo stesso discorso è fattibile per Napoli e Fiorentina, mentre trova una eccezione facilmente spiegabile se prendiamo in esempio il Milan. In casa rossonera, il peso offensivo di un attacco stellare formato da El Shaarawy (16), Balotelli (7) e Pazzini (13) rende meno necessario l’inserimento dei centrocampisti che trovano ovviamente meno spazio per proiettarsi in avanti.
Un ulteriore indizio a sostegno della nostra tesi può essere ricavato dall’insostenibile paragone con la stagione 2009/2010 che ha portato alla conquista dell’indimenticato e indimenticabile Triplete. Elemento essenziale delle vittorie nerazzurre era l’imprevedibilità e la capacità di trovare il gol grazie ad un contributo corale.
La spiegazione tattica è lampante e può essere riassunta nella eccessiva distanza tra ciascun reparto e nell’assenza di un’ amalgama di gruppo che comporta il mancato accompagnamento delle azioni d’attacco da parte del resto della squadra. Problema su cui, inevitabilmente, Stramaccioni dovrà lavorare sodo in vista della prossima stagione.