Da fortino inespugnabile a territorio di conquista. Da meravigliosa cornice dei successi nerazzurri a guardiano silenzioso di brucianti sconfitte. Stiamo parlando di San Siro, casa della Beneamata dal lontano 1947 e osservatore impotente delle ultime insoddisfacenti prestazioni dell’Inter alle quali non era più abituato ad assistere.
Punto di riferimento della nostra analisi è, inevitabilmente, l’anno in cui Mourinho conquistava l’Italia e l’Europa alla guida di una macchina dagli ingranaggi perfetti. L’annata dei record si chiude con uno zero alla voce delle sconfitte tra le mura che, in questo caso, possono definirsi a ragion veduta “amiche”. Una marcia inenarrabile che non si arresta nemmeno innanzi ai club più blasonati d’Italia (Juventus, Milan e Roma) e del “vecchio continente” (Barcellona e Chelsea).
La stagione 2010/2011 è il vero crocevia tra un passato roseo e un presente tendente al grigio. La conquista della Supercoppa Italiana e del Mondiale per club da parte di Benitez e della Coppa Italia da parte di Leonardo rendono più dolce questo rito di passaggio. San Siro viene violato in campionato un’unica volta nella stracittadina di Milano, grazie a un gol di Ibrahimovic su calcio di rigore. In Champions League, invece, la sconfitta casalinga più cocente arriva ad opera dello Schalke 04 che si impone con l’inaspettato punteggio di 5-2, decretando l’uscita dell’Inter ai quarti di finale della massima competizione europea.
Il campionato seguente, tra addii eccellenti e cambi di allenatore repentini, si conclude con un sesto posto incolore e, dunque, con una qualificazione ai preliminari di Europa League che costringerà l’ambiente nerazzurro ad una preparazione estiva largamente anticipata. La squadra meneghina conquista alla “Scala del calcio” il magro bottino di 34 punti sui 57 disponibili, cadendo sotto i colpi di Novara (0-1), Bologna (0-3), Napoli (0-3), Juventus (1-2) e Udinese (0-1).
La serie negativa continua e si amplifica nella stagione ancora in corso. Il dodicesimo uomo in campo sembra non essere il pubblico del “Meazza”, ma la sfortuna che aleggia ormai da tempo su Appiano Gentile. Quando sono ancora sei le partite che ci separano dall’epilogo, l’Inter ha già collezionato lo stesso numero di sconfitte interne dell’anno precedente, gettando nello sconforto i propri tifosi.
La necessità di imporre il proprio gioco davanti al pubblico amico ha messo a nudo la mancanza di una vera organizzazione tattica e di una identità di squadra. Le cause di ciò sono da ricercarsi evidentemente nel rinnovamento della rosa, ma soprattutto nella serie interminabile di infortuni che hanno reso impossibile rafforzare l’intesa del gruppo nerazzurro.
San Siro, intanto, si crogiola nei dolci e vecchi ricordi, aspettando in silenzio di essere il teatro (stadio nuovo permettendo) della ennesima rinascita di questa “Pazza” Inter.