Alla scoperta di Morten Knudsen, il nuovo faro della Primavera nerazzurra

Morten KnudsenEsordire in una nuova squadra dopo aver cambiato nazione, abitudini e stile di vita è sempre complicato, anche per giocatori professionisti. Possiamo solo immaginare quindi quanto possa esserlo stato per un giovane calciatore, un diciottenne terribile dai capelli rosso fuoco catapultato in pochi mesi ad Appiano Gentile dalla fredda Danimarca. Morten Knudsen non ha semplicemente esordito ma lo ha fatto da par suo, in una gara ad eliminazione diretta risultando tra i migliori in campo.

Knudsen è un centrocampista completo, un classico box to box midfielder. Ad un’ottima cifra tecnica aggiunge infatti buoni doti dinamiche e fisiche con accelerazioni palla al piede che ricordano quelle di un altro giovane gioiello nerazzurro, il croato Mateo Kovacic.

Nato il 28 aprile 1995, Mørten Brandar Knudsen inizia a giocare a calcio all’età di sei anni nell’Hellerup IK, società sportiva della periferia della capitale Copenaghen. Nell’estate del 2010, dopo aver sostenuto anche un provino al Chelsea, viene acquistato dal Midtjylland, squadra della Danish Superliga (Serie A danese, ndr).

Passano pochi mesi ed il suo nome sale subito alla ribalta, curiosamente proprio in Italia. La nazionale danese U16 partecipa infatti al torneo internazionale Michele Pierro di Latina con Italia, Ucraina ed Eire. La rappresentativa scandinava conclude il torneo con una vittoria contro l’Eire ma perde le altre due gare; nonostante un risultato di squadra non certo entusiasmante, Knudsen viene eletto come MVP della manifestazione attirando su di sè l’attenzione degli addetti ai lavori presenti.

L’Inter inizia subito a prendere contatti con il Midtjylland che però decide di tenere duro. Il ragazzo continua la sua crescita in Danimarca fornendo ottime prestazioni sia nella squadra di club che con le nazionali giovanili (ad oggi vanta 13 presenze e due reti tra U16 e U17 ndr). Tra giugno 2012 e gennaio 2013 la corte serrata dei dirigenti nerazzurri, con in testa il coordinatore delle giovanili Pierluigi Casiraghi, va finalmente a buon fine e l’Inter strappa ad una folta concorrenza il cartellino di Knudsen per una cifra di poco superiore ai cinquecentomila euro.

Il centrocampista si trasferisce quindi a gennaio in Italia e, a causa di un pregresso infortunio muscolare, resta a guardare fino a fine febbraio quando completa il recupero. Gli allenatori dell’Inter optano per un approccio molto soft vista la giovane età e le ovvie piccole difficoltà di ambientamento in un paese sconosciuto e in una struttura calcistica con sue regole e metodologie d’allenamento e non solo.

Si arriva così ad aprile, al match di playoff Primavera contro la Roma valido per la qualificazione alle Final Eight di categoria. Le innumerevoli assenze, sia per infortunio sia per le esigenze della prima squadra, convincono Bernazzani ed il suo staff a consegnare a Knudsen una maglia da titolare in mezzo al campo accanto al suo connazionale Olsen. L’Inter vince agevolmente la partita, dominandola sostanzialmente per tutti i novanta minuti, con la coppia danese che spadroneggia per qualità e quantità.

Arrivano i primi elogi per Knudsen, che l’indomani festeggia al meglio i diciotto anni, ma non è tempo di adagiarsi sugli allori. Sabato infatti al centro sportivo Giacinto Facchetti arriverà il Torino per giocarsi l’accesso alla fase finale del campionato Primavera, con al centro del proprio ingranaggio una diga tutta danese che contrasta, costruisce ed accelera sognando un giorno l’Inter dei grandi e lo stadio San Siro.

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