Dopo l’eliminazione rimediata in semifinale di Champions League contro il Borussia Dortmund e l’annuncio del probabile addio a fine stagione, Josè Mourinho è finito nel mirino della critica, pronta a tirare le somme del suo triennio sulla panchina del Real Madrid. I detrattori del tecnico portoghese non aspettavano altro che questo momento per rinfacciargli la mancata conquista della “decima”, obiettivo per il quale era stato arruolato da Florentino Perez. Come sempre però, lo Special One non si è fatto cogliere impreparato e, quando in conferenza stampa gli è stato chiesto di fare un bilancio della sua gestione, ha prima attaccato chi considerava poco soddisfacente il suo operato, poi, per avvalorare la sua tesi, ha cominciato a snocciolare alcuni dati annotati su un foglietto: “Quando si giudica il mio lavoro si parla soltanto di titoli. Ma la colpa è mia, perché ho vinto tanto e allora le aspettative sono tante. Però per rispondere a questa domanda mi sono preparato. La Liga dei record è la mia, anche se tentano di cancellarla, e vedremo quando riusciranno a battere questo primato“.
“La Coppa del Re? Questo club non la vinceva da 20 anni, poi ci sono tre semifinali di Champions in tre anni: non alimentano il mio ego perché a me non piace la parola quasi, anche se si tratta di un traguardo non facile da conseguire. In 21 anni anni 18 allenatori – spiega elencando i nomi uno per uno – sono riusciti ad arrivare in semifinale di Champions per 5 volte. Il male di Mourinho è che ci è riuscito tre volte in tre anni. Dati alla mano, non credo sia una cosa facile”.