Da volto misterioso del mercato di gennaio a punto fermo dell’Inter del futuro. In meno di quattro mesi, Mateo Kovacic si è guadagnato le chiavi del centrocampo nerazzurro e non ha alcuna intenzione di restituirle.
Arrivato dalla Dinamo Zagabria per una cifra che oscilla tra gli 11 e i 15 milioni di euro (in base ai possibili bonus), il croato ha adombrato con le sue incontestabili qualità lo scetticismo dilagante per l’acquisto altamente oneroso di un ragazzo di appena 18 anni. Il numero 10 che porta sulla sua maglia, appartenuto in passato a campioni del calibro di Ronaldo, Baggio e Sneijder, non sembra pesare sulle spalle di un ragazzo la cui personalità è in controtendenza rispetto alla data di nascita.
Neanche il tempo di ambientarsi e conoscere la sua nuova realtà, il fuoriclasse di Linz è stato buttato nella mischia immediatamente nella bruciante sconfitta contro il Siena di Iachini meritandosi una delle poche sufficienze nelle spietate pagelle di fine gara. Dopo qualche panchina dovuta a piccoli guai fisici e finalizzata a non schiacciare il suo talento innato sotto le eccessive pressioni del campionato italiano, Stramaccioni lo ha impiegato a tempo pieno dalla partita contro la Juventus del 30 marzo fino all’ultimo match pareggiato contro il Genoa a “Marassi”.
In mancanza di un regista di ruolo nella rosa a disposizione del tecnico romano, ci ha pensato Kovacic a occupare il ruolo ingombrante di playmaker davanti ad una difesa dimostratasi troppo fragile, diventando in poco tempo il vero metronomo del gioco dell’Inter. Come più volte ribadito da società e allenatore, nella prossima sessione di mercato si provvederà alla ricerca di un mediano che abbia anche ottime capacità di interdizione per fare da schermo al reparto arretrato, dando così la possibilità al gioiellino croato di essere libero da esasperati tatticismi per esprimere al meglio il suo estro partendo da una posizione più avanzata. Le evidenti qualità tecniche e la facilità di partire in progressione con il pallone attaccato al piede gli permettono, infatti, di interpretare al meglio il ruolo di mezz’ala nel 4-3-3 progettato da Stramaccioni per il futuro.
Un percorso fino ad ora entusiasmante che ha portato il numero 10 nerazzurro a vincere il premio “Gentleman rivelazione” del campionato e a meritarsi una vera e propria investitura da capitan Zanetti pronto a scommettere che il giovane compagno di squadra sarà “il presente e il futuro dell’Inter“.
Ora sarà compito della società fare del croato il pilastro portante della squadra senza dimenticare di costruirgli attorno un complesso architettonico che sia all’altezza della storia della Beneamata.