E’ questo l’aspetto che sfugge ai detrattori del tecnico romano, che, in questi giorni in cui l’eco delle voci di calciomercato si fa sempre più forte, trovano particolare sollazzo. Fieri delle loro brillanti intuizioni, tali fuoriclasse della penna e della tastiera portano avanti le proprie tesi, portando a sostegno di esse giudizi su partite ingiudicabili e critiche a scelte inevitabili. La verità è che l’Inter del 2013 non era e non poteva essere una squadra di calcio, ma solo un’accozzaglia insensata, ancor prima che debole. La stagione rimane non giudicabile, ma se proprio dobbiamo provare ad abbozzare una valutazione preferiamo dare più valore a quel che si è fatto con la squadra quasi al completo, piuttosto che con i residui della squadra che si era costruita (male, ndr) in estate.
Inter-Udinese, l’ennesima partita che partita non è. Da una parte una squadra desiderosa di approdare legittimamente (aspetto da non sottovalutare in questo campionato) in Europa. Dall’altra una squadra che aveva come unica ambizione quella di evitare il turno preliminare di coppa Italia. Insomma, la versione calcistica dell’uomo col fucile che affronta l’uomo col pugnale. Il risultato è un massacro annunciato in cui gli unici vestiti di nerazzurro a ben figurare sono i tifosi che hanno affollato gli spalti fino all’ultima giornata di un campionato fallimentare.
Nessun altro l’avrebbe fatto. Grazie almeno a voi, ragazzi.
Giovanni Cassese
(Twitter: @vannicassese)
This post was last modified on 21 Maggio 2013 - 17:23 17:23