Emozioni forti, lacrime, abbracci, applausi. E una domanda che resta senza risposta. La lunga conferenza stampa di addio al Barça di Eric Abidal si converte in un saluto straziante, con il giocatore che dopo aver ripetuto più e più volte che il suo unico desiderio era continuare a giocare con la maglia blaugrana, ma che il club ha deciso diversamente, si alza e va abbracciare uno a uno tutti i suoi compagni e tutto lo staff della squadra. Si, perché a salutare Abi sono venuti tutti: da Messi e Vilanova in giù.
Presenti anche il presidente Sandro Rosell e il direttore generale Andoni Zubizarreta, e nessuno dei due è stato in grado di spiegare i motivi della decisione. Tante domande sullo stesso tema, in spagnolo, catalano, francese. Risposte smozzicate, piene di giri di parole. “Non siamo qui per parlare di calcio, ma di vita – ha detto Zubizarreta – e la decisione è figlia dello stesso pensiero, non voglio entrare in questioni strettamente calcistiche, bisogna prendere in considerazione tanti aspetti diversi in questo caso, medici, emotivi…”. A Natale un vicepresidente del Barça, Bartomeu, aveva detto per il rinnovo di Abi non ci sarebbero stati problemi, era già li sul tavolo, ora però non è più così.
“È una decisone che fa male, sono deluso, ma devo accettarla e rispettarla“, ha ripetuto varie volte il difensore francese. “Io voglio continuare a giocare e volevo farlo qui, ma non è possibile. Non ho ricevuto nessuna offerta, se arriveranno le valuterò. Io mi sento benissimo, ho 33 anni e voglio giocare fino ai 35. I medici dicono che sto bene e allora non è il momento di ritirarsi. Preferirei restare in Europa, anche perché i medici che mi seguono sono qui, ma vedremo. Devo parlare con mia moglie: le bambine a Barcellona stanno benissimo, si sono inserite, la scuola va bene, sarebbe un peccato spostarle. Ripeto, quando arriveranno offerte vedremo”.
Il Barça ha offerto ad Abidal il ruolo di direttore tecnico delle scuole calcio: “Per tre ragioni – ha spiegato Rosell –. Primo perché sa di calcio, secondo perché ha un carattere educativo non comune, è un ottimo padre, e terzo per la sua umanità. E’ perfetto per trasmettere i nostri valori e la nostra idea di calcio”. Sì, ma Abi voleva un’altra offerta: “Ringrazio il Barça, ci penserò. Prima però mi cerco un’altra squadra. Dove giocare“.
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Fonte: Gazzetta.it – Gazzetta.tv