Kovacic punto fermo dell’Inter che verrà. Con Mazzarri…

Mateo Kovacic allenamento InterQuando si parla di tagli alla rosa, di cessioni eccellenti, di crisi economica, è facile che si finisca con indiscrezioni fantasiose su possibili partenze. All’Inter sta succedendo esattamente questo: vista la netta volontà di Mazzarri di costruire una rosa limitata a 24 elementi, alcuni hanno ipotizzato l’addio di chiunque possa non essere il giocatore perfetto per il mister toscano. Tra questi è finito pure Mateo Kovacic.

Occorre quindi una precisazione: Kovacic rimane un punto fermo nell’Inter del futuro. Il fatto che Strama non sia più sulla panchina nerazzurra, non giustifica voci infondate che vedrebbero il giovane croato lontano da Appiano Gentile. Walter Mazzarri preferisce lavorare con giocatori esperti che hanno già navigato per qualche stagione nelle difficili acque italiane, ma è anche un grande intenditore di calcio e sa far risaltare le qualità dei suoi.

Con il giovane Mateo ci vorrà grande pazienza e determinazione per permettergli di migliorare in fase difensiva. Nelle partite disputate, infatti, il numero 10 ha dimostrato che, quando non è in possesso della sfera, si limita a temporeggiare, recuperando la posizione con troppa lentezza. Non esattamente l’idea di aggressività sul portatore di palla che ha in mente Mazzarri.

Se vorrà avere un ruolo importante nel 3-5-2 del nuovo allenatore, Kovacic dovrà metterci del suo: non basterà, come quest’anno, qualche sgroppata palla al piede che strappa gli applausi di San Siro; Mazzarri si esalterà nel vederlo strappare il pallone agli avversari per poi lanciarsi come un razzo verso la porta avversaria o servire un compagno in profondità. Senza la giusta combinazione di grinta e qualità, di sciabola e fioretto, Mateo troverà qualche difficoltà in più per guadagnarsi un posto da titolare nell’Inter da battaglia che si sta costruendo.

Dato questo avvertimento, WM conosce bene i margini di miglioramento del giovane croato. Da lui si aspetta grandi cose e, se è vero che la fase di non possesso resta uno scoglio superabile, sarebbe incredibile non vedere Kovacic valorizzato al meglio nella formazione che verrà.

Il ruolo perfetto per Mateo sarebbe quello che Hamsik ha ricoperto negli anni di Mazzarri a Napoli. Un centrocampista con licenza di offendere, pronto a ripartire in contropiede o a farsi trovare in mezzo alle linee avversarie per scardinare le difese. La rapidità e la progressione palla al piede sono caratteristiche di entrambi. Il tiro dalla distanza, specialità dello slovacco, si è solo intravisto nel croato. Per Kovacic c’è da migliorare, in quest’ottica, anche negli inserimenti senza palla e nella condizione fisica: dopo un’ora a ritmi elevati, quest’anno il gioiellino croato è apparso perdere intensità, fino a spegnersi minuto dopo minuto nel finale di partita.

Mazzarri vuole giocatori che in campo diano l’anima e Kovacic ha tutto il tempo per studiare cosa non va e migliorare, fin dal primo giorno di ritiro. Dovrà solo seguire i consigli del mister. Questi, in ogni caso, sono tutto un altro tipo di discorsi: la cessione di Kovacic non s’ha da fare. È una delle poche certezze in questi tempi di tagli e di crisi.

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