È passato poco più di un mese dall’infortunio e, lentamente, il capitano nerazzurro sta procedendo con le cure per la riabilitazione. Intanto, si è confessato sulle pagine di Oggi, dove ha parlato molto di sé, dell’Inter e della sua splendida famiglia. In nerazzurro, è appena arrivato un nuovo allenatore: “Mazzarri è uno che ci tiene, è tifoso del proprio lavoro e quindi della squadra che allena – spiega Pupi –. E poi è il mister che ha fatto meglio di tutti negli ultimi anni“. Al momento dell’infortunio, in molti hanno pensato che Zanetti avrebbe appeso le scarpette al chiodo: “Non scherziamo. Avevo capito che era saltato il tendine d’Achille, un dolore così poteva essere solo quello. Ma il primo pensiero è stato un calcolo, se mi opero stasera forse per fine anno sono di nuovo in campo. Ora spero di far prima, a metà ottobre sarò pronto“.
In queste settimane difficili, sono arrivati anche messaggi importanti e inaspettati, anche dal Papa: “Sì, attraverso monsignor Guglielmo, un suo assistente. Mi ha scritto che gli dispiaceva, che avrebbe trovato il tempo di una preghiera speciale per me. È un grande. Francesco lo sento molto più vicino alle persone, alla gente. Benedetto XVI era più cerimonioso, ma non è un giudizio di valore. Ognuno ha la propria personalità”. I gesti d’amore per Zanetti, non sono certo mancati anche dagli avversari: “Nel dramma, è stato un piacere immenso. Gli interisti li conoscevo già: sono sopra a tutti. I milanisti, gli juventini, i tifosi dell’Udinese mi hanno commosso. E mi è piaciuto il gesto di Tuttosport, ha aperto una pagina per permettere a tutti di mandarmi un pensiero”.
Soprattutto da calciatori e allenatori “speciali”, non poteva mancare il sostegno: “Il messaggio più inatteso l’ha spedito David Beckham. Ci ho giocato contro più volte, ma non è un mio amico. ‘Stai tranquillo, ho avuto il tuo stesso infortunio, ritornerai più forte di prima’, mi ha scritto. E poi, come sempre, quello di José Mourinho, uno dei primissimi a farsi sentire“.
Nonostante sia andato via tre anni fa, il rapporto con Mourinho resta inossidabile: “Con José non ci potrà mai essere un distacco, lui è ancora parte di noi e lo sarà sempre. Io credo che tornerà, un giorno. Dubito, però, che sarò in campo”. In molti, si chiedono per quanto tempo ancora vedremo Zanetti scorrazzare in campo: “Anche due, anche tre, se il fisico regge. Ho letto che Stanley Matthews ha vinto il Pallone d’oro a 41 anni: se non ci fosse Messi – sorride il capitano -, potrei farci un pensierino anch’io“.
A proposito di Messi, Zanetti non ha dubbi: “Per quello che sta facendo, e soprattutto da quanto lo sta facendo, Messi ha superato Diego. Leo è il più grande di ogni tempo“. In carriera Pupi ha affrontato diversi campioni, ma “i più difficili da marcare sono stati Ryan Giggs e il Kakà del Milan, devastante”.
A gennaio, all’Inter è arrivato un giovane croato che ha fatto subito innamorare tutti: “Promette tanto, è esploso in un anno difficilissimo, ha qualità enormi. Ora deve confermarsi, crescere. Ma non ne ho visti troppi, di giovani. Prima prendevamo giocatori già fatti, ora si punta sui ragazzi. Mi piace, come filosofia”. Ultimamente, tiene molto banco la questione razzismo con protagonista Balotelli: “Mario ha un carattere particolare e capisco che ai tifosi avversari non piaccia. Fischiarlo va bene, ma i buu sono razzismo puro e vanno puniti”.
Zanetti tornerà si a giocare ma, verosimilmente, ancora per poco tempo: “Non c’è alcun posto pronto per me dietro alla scrivania. Così come non è vera la storia del patto dell’asado, secondo cui noi argentini comandiamo nello spogliatoio e in società. Io posso dare un parere a Moratti, ma chi pensa che io influenzi le sue scelte sopravvaluta me e sottovaluta il presidente. Quando smetterò di giocare, mi piacerebbe avere il ruolo di raccordo tra la squadra e il presidente, quello che voi giornalisti amate chiamare ‘l’uomo forte'”.
This post was last modified on 7 Giugno 2013 - 18:38