Il 12 giugno di 34 anni fa, nasceva a Bernal uno degli attaccanti più prolifici e decisivi della storia interista: Diego Alberto Milito. Attualmente ai box per recuperare dalla lesione del legamento collaterale, del legamento crociato anteriore e della capsula del ginocchio sinistro, l’argentino ha appena concluso la sua quarta stagione in maglia nerazzurra, con cui ha collezionato 153 presenze condite da 73 gol, molti dei quali decisivi. Proprio così, Diego non è uno banale. Diego la butta dentro nelle partite che contano, nei derby contro il Milan, allo Juventus Stadium, nelle finali di Champions League e in quelle di Coppa Italia. Diego è un fenomeno che fa piangere di gioia, uno che gioca e fa giocare la squadra, un punto di riferimento per tutti, un campione trasversale che vede la porta come pochi altri cecchini al mondo. Milito è anche uno che fa tremare le gambe agli avversari, perché sanno che con lui non si può sbagliare. Destro o sinistro che sia, la palla può finire alle spalle del portiere all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno. Pochi centimetri di spazio lasciati al Principe possono diventare letali, perché Diego negli ultimi venti metri è una sentenza a cui pochi possono sottrarsi.
Sbarcato a Milano dal Genoa nell’estate del 2009 insieme a Thiago Motta per 25 milioni di euro complessivi, Milito si legò all’Inter fino al 30 giugno 2013, con tale accordo che venne poi prolungato nel maggio successivo per un’altra stagione. L’argentino si dimostrò sin da subito un acquisto importante, realizzando gol decisivi come quello del derby contro il Milan vinto per 4-0 alla seconda di campionato. L’intesa con Eto’o e Sneijder era favolosa, talvolta romantica e armoniosa. I tre si spartivano alla perfezione la scena. L’olandese ad ispirare, il camerunese ad attaccare la profondità affondando come una lama nel burro e Milito a giustiziare il portiere di turno.
La stagione che passerà alla storia resterà quella del 2009/2010, quando grazie a un Milito stratosferico l’Inter realizzò il Triplete che nemmeno mostri sacri del passato nerazzurro erano riusciti a sfiorare. Il 5, 16 e 22 maggio 2010, il Principe marchiò a fuoco la conquista di Coppa Italia, campionato e Champions League mettendo a segno 4 gol in 3 partite contro Roma, Siena e Bayern Monaco, portando i tifosi nerazzurri all’estasi più totale. L’annata successiva, dal punto di vista strettamente personale, non fu esaltante come la prima, perché cinque infortuni ai flessori con due ricadute limitarono il rendimento e l’impiego di Milito, il quale non mancò comunque l’appuntamento con il gol nella finale di Coppa Italia del 29 maggio 2011 vinta contro il Palermo per 3-1 all’Olimpico di Roma.
Anche in stagioni deludenti come lo sono state le ultime due in casa Inter, i gol di Milito non sono certo mancati. 26 realizzazioni in 41 presenze nel 2011/2012, 9 in 26 apparizioni nel 2012/2013, non hanno fatto altro che confermare la spietatezza del Principe. Il brutto infortunio al ginocchio ha fatto temere il peggio, ma tutto il popolo nerazzurro non aspetta altro che un suo ritorno in campo. Chiudere questa storia d’amore con l’immagine di Diego in lacrime, non sarebbe un epilogo romantico. Intanto, non ci resta che augurargli un felice trentaquattresimo compleanno.