Prime presentazioni ufficiali in casa Inter: oggi è il giorno di Hugo Campagnaro e Marco Andreolli, approdati in nerazzurro rispettivamente da Napoli e Chievo. Il primo è un fedelissimo di Mazzarri, con il quale ha condiviso molte gioie in terra partenopea, mentre il secondo ritorna all’Inter dopo le esperienze con Chievo, Roma Vicenza e Sassuolo. Ecco le prime parole da interisti dei nuovi acquisti.
Andreolli: “Per me è un ritorno a casa. Ricordo il giorno in cui ho lasciato l’Inter, è stato uno dei giorni più tristi perchè lasciavo un ambiente straordinario. Tornare ora dopo diversi anni è un orgoglio incredibile. Dentro di me porto un ricordo straordinario di Facchetti perchè quando ero giovane lui è stato uno dei primi a darmi consigli e cercava di aiutarmi. Quando parlava sapeva toccare i tasti giusti, ricordo con grande affetto tutti i suoi consigli. Non ho mai archiviato il discorso Inter, dentro di me era sempre rimasta la volontà di tornare in nerazzurro. L’aspetto che mi ha colpito di più è la carica che ha il mister e la volontà di migliorarsi di ognuno di noi, soprattutto dei grandi campioni che hanno vinto tutto. Loro devono essere un esempio per tutti noi. Altre squadre? L’obiettivo primario per me era tornare qui all’Inter, sono tifoso nerazzurro e questa è la cosa più importante. I primi giorni di ritiro sono i più faticosi, ma non è un problema. Vogliamo lavorare il più possibile per essere pronti. In questi primi giorni il mister mi ha provato da centrale, negli anni passati non l’ho mai ricoperto. Mi ha detto che mi proverà in più ruoli, ma io farò quello che mi chiede. Rammarico personale per la mia avventura a Roma? Sì, il primo anno è stato difficile soprattutto per un problema fisico, in quel momento lì avevo bisogno di fare esperienza e magari fare qualche errore per migliorarmi. Ora sono più maturo e consapevole della realtà in cui sono, a 27 anni devo comunque avere voglia di migliorarmi e di dare il massimo. C’è grande voglia di rivalsa, grande fame di ottenere i risultati di qualche anno fa. L’affetto dei nostri tifosi è fondamentale, siamo felicissimi di questo e loro ci danno la carica giusta per dare il massimo e speriamo di ripagarli. La scelta del numero 6? Per tre motivi: il primo perchè ho avuto il 3 per tanti anni, ma qui è stato ritirato in onore di Giacinto, per cui ho scelto il 6 che è una sorta di 3+3, il secondo perchè mio papà è interista e adorava Armando Picchi e il terzo perchè mia madre lo indossava quando giocava a basket”.
Campagnaro: “Sono arrivato in una grandissima squadra. Adesso dobbiamo lavorare in ritiro e vedremo quando inizierà il campionato. Arrivare qui all’Inter è una grandissima possibilità. Ritrovare Mazzarri qui all’Inter è stata una coincidenza, come lo fu a Genova con la Samp. E’ il settimo ritiro che faccio con il mister, voglio aiutare chi non l’ha ancora avuto ad assimilare tutti i dettagli. Ho dato tutto negli ultimi 6 mesi a Napoli perchè ho vissuto anni fantastici. Il mio numero di maglia? E’ stato molto gentile Guarìn a lasciarmela, non me lo aspettavo e l’ho apprezzato molto e di questo lo ringrazio. Per adattarmi bene a questo ambiente è molto positivo che ci siano tanti argentini, trovare i connazionali fa molto piacere, ma il gruppo è molto buono e sano. Per me ambientarmi non sarà un problema. Non temo la concorrenza per la maglia da titolare, era così a Genova e a Napoli, il mister farà le scelte giuste e noi siamo a disposizione. Non giocare le Coppe equivale ad avere un dispendio di energie minore, ma tutte le squadre vorranno vincere contro l’Inter e non dovremo farci sorprendere. Kovacic come Hamsik? Mateo è un giocatore fantastico, ha tutte le potenzialità per diventare come Marek, se non di più. L’ultima esperienza dell’Inter con la difesa a 3 non è stata ottimale, ma io con mister Mazzarri ho avuto sempre ottimi risultati. Perchè l’Inter può spaventare la Juve? Perchè ha giocatori importanti, c’è grande motivazione e grande carica dettata dal nuovo mister. Le strutture qui a Pinzolo sono ottime, c’è una grande organizzazione, ma nel ritiro la cosa più importante è l’avere voglia di correre e faticare. Zuniga e Lavezzi? Non li ho sentiti, ho solo letto dai giornali di questo interessamento. Con loro mi sono trovato molto bene, ma qui ci sono giocatori di ottima qualità e spetta alla società prendere le decisioni di mercato. Il 14? Ho fatto tanti anni col 14 e ho sempre fatto bene. Pensavo già ad altri numeri, magari in riferimento all’età o in onore dei miei figli, ma poi Guarìn me l’ha lasciato e non ci ho pensato due volte”.