Roberto Scarpini ha intervistato in esclusiva Marco Andreolli per Inter Channel. Nel corso della chiacchierata sono stati ripercorsi i 7 anni lontano da “casa” e le esperienze che hanno fatto maturare il centrale difensivo cresciuto nel vivaio nerazzurro.
Bentornato Marco Andreolli, dopo 7 anni in cui sei passato per Roma, Vicenza, Sassuolo, Chievo Verona, tante partite e qualche gol. Cos’è il gol per Andreolli?
“È una bella emozione perchè per un difensore non capita tanto spesso l’opportunità di segnare una rete: quelle rare volte che ci capita è una grandissima gioia”.
Partire da una grande e arrivare a una grande, ma con un percorso di crescita nella provincia. E’ la strada giusta per un ragazzo per poter tornare a un top team?
“Se sia la strada giusta o no non lo so, nel senso che poi ogni giocatore giovane ha la sua strada da fare, quindi non è mai uguale per tutti. Il mio cammino è stato questo qui, ho dovuto a malincuore 7 anni fa lasciare questa grandissima Società perchè avevo bisogno di fare delle esperienze nuove, migliorarmi e crescere. Penso di aver fatto un percorso per me molto importante quindi anche andare così a provare la provincia per me è stato importantissimo. Anche l’anno in serie B, in un momento per me un po’ particolare, in quanto venivo da un anno intero praticamente fermo per infortuni, per tanti poteva essere un declassamento. Invece io l’ho preso nella maniera giusta ed è stato uno dei momenti che più mi hanno fatto crescere”.
Il lavoro e l’umiltà sono due grandi qualità che hai?
“Quando esci dalla Primavera e ti trovi catapultato in Prima Squadra, non hai neanche l’età per renderti bene conto in che realtà sei. Quindi ti sembra tutto abbastanza normale e dovuto. Invece quando poi ti trovi ad andare via e a perdere quello che stavi vivendo per andare in provincia a riconquistarti tutto capisci la fortuna che avevi ad essere in una Società del genere, e il lavoro che devi fare per riuscire ad avere nuovamente la possibilità un domani di tornare a vestire quei colori”.
Sei andato a Roma e in quell’operazione arrivò Cristian Chivu, che ritrovi qui con Walter Samuel. Che difensori sono?
“Devo lavorare e imparare da loro, che son grandi campioni che han fatto la storia recente di questa Società, vincendo tutto con questa maglia negli ultimi anni. Bisogna osservarli giorno per giorno, come facevo prima quando ero un ragazzino: ancora devo migliorare tanto. Se gente come loro che ha tanta esperienza alle spalle cerca di migliorarsi, figuriamoci io che ho 27 anni: un giocatore a questi livelli deve sempre fare il possibile giorno per giorno per migliorarsi, perchè i dettagli fanno la differenza. Devo cercare di prendere da loro ogni consiglio che possono darmi e ascoltare le indicazioni del mister”.
Com’è lavorare con Walter Mazzarri? Vi fa lavorare tanto?
“È bello perchè si lavora duro, come deve essere in un ritiro, momento più delicato della stagione perchè oltre a perfezionare i movimenti sul campo bisogna anche far tanto lavoro sulle gambe. Il mister e tutto lo staff stanno attenti a tutti i dettagli, si è visto anche dai primi giorni in campo che dal punto di vista tattico sta attento a tutti i dettagli. A questi livelli nel calcio di oggi i dettagli son quelli che possono fare la differenza in una partita, bisogna stare attenti a tutto, e il Mister lo fa con grande precisione”.
In questi anni ti abbiamo visto giocare terzino di destra in una difesa a quattro, centrale di destra, centrale di sinistra. Nella difesa a tre in tutte le posizioni. Ti manca solo il terzino di sinistra…
“Diciamo che cerco di adattarmi ad ogni posizione. Quello che mi hanno chiesto gli allenatori ho sempre cercato di farlo con massima disponibilità. Per un ragazzo che deve crescere, avere la possibilità di adattarsi a più ruoli penso che sia un bagaglio in più che si porta dentro, sicuramente un qualcosa di positivo. Anche se forse la mia posizione preferita è il centrale di sinistra in una difesa a 4, nonostante possa sembrare strano perchè in fase di impostazione io sono destro, ma a livello difensivo forse mi trovo meglio li. Da piccolo giocavo sempre in quella posizione…”
Come è cambiato Marco Andreolli in questi anni?
“Avevo la fidanzata, e ce l’ho tutt’ora, anche se diversa (ride, ndr). Non ho imparato a ballare, e nemmeno se segnassi farei un balletto… Forse sono cresciuto di qualche centimetro, ho 7 anni in più e il mio carattere è diverso. Sono maturato sia sul campo che fuori, non che però prima fossi uno scapestrato… Altre cose le scopriremo…”
Il tuo scudetto è essere ritornato qua?
“Sicuramente ad oggi, se così lo si può definire, questo per me è addirittura una Champions League. Lasciare questi colori, come ho detto in conferenza pochi giorni fa, è stato il momento più brutto della mia carriera, e riuscire a riconquistarli è la mia Champions, il mio Mondiale…”.
Fonte: inter.it