E’ bastato un nuovo inizio per riaccendere la speranza nel cuore dei tifosi nerazzurri: vedere i propri beniamini sudare sui campi di Pinzolo (con l’ingenuo stupore di chi trasforma la normalità in eccezionalità) e percepire la determinazione nelle parole del nuovo mister (l’ennesimo dell’era post-Triplete) aveva aiutato parte del popolo interista a dimenticare le sofferenze dell’ultima stagione.
I primi veri test a cui si è sottoposta l’Inter di Walter Mazzarri, però, hanno fatto riaffiorare i vecchi problemi. Se è vero che la sconfitta rimediata contro il Chelsea di Josè Mourinho era ampiamente prevedibile e non ha destato eccessive preoccupazioni, lo stesso non si può dire della figuraccia del MetLife Stadium.
Una disfatta che neppure le attenuanti del caso riescono a rendere meno amara: assenze, gambe pesanti, schemi ancora da assimilare… niente di tutto questo può giustificare il poker servito dal Valencia (reduce inoltre da un precampionato tutt’altro che entusiasmante). In un attimo sono riapparsi i fantasmi del recentissimo passato: squadra senza identità, scollegata tra i reparti e priva di idee. “Era solo un’amichevole di mezza estate” obietterà qualcuno; ma la scarsa importanza dell’incontro non cancella la prestazione da incubo fornita dall’undici nerazzurro.
A tre settimane dall’inizio del campionato la situazione è allarmante: l’Inter resta un cantiere aperto, una creatura in continua evoluzione che non può aggrapparsi semplicemente al talento di Kovacic – o all’arrivo di giocatori come Wallace e Wellington – per sperare in un definitivo cambio di rotta e arrestare quel processo di ridimensionamento che ha caratterizzato l’ultimo biennio.
Per tornare a competere almeno all’interno dei confini nazionali, sono necessari 3-4 innesti di livello: tralasciando la difesa, potenzialmente non inferiore alle altre retroguardie di vertice se adeguatamente protetta, per completare la rosa a disposizione del tecnico toscano mancano un esterno, due centrocampisti e un attaccante. Giocatori già pronti a reggere il peso della maglia nerazzurra e a riportare la Beneamata nelle posizioni che contano.
Non esistono altre formule per tornare nell’Olimpo del calcio: a meno che non si voglia credere alla “favola” di Full Metal Walter…
Alessandro Suardelli
(Twitter: @AleSuardelli)
This post was last modified on 28 Novembre 2013 - 01:59