E’ cosa risaputa che ogni allenatore abbia almeno un “fedelissimo”, ossia un giocatore che si porta con sè in molte delle sue esperienze in giro per le panchine d’Italia o d’Europa; il “fedelissimo” è generalmente un calciatore professionale, abile a integrarsi nel nuovo ambiente e a insegnare ai compagni i trucchi per assimilare le idee dell’allenatore.
Sebbene Campagnaro avesse raggiunto un accordo con l’Inter prima della nomina di Walter Mazzarri come allenatore per la stagione 2013/2014, possiamo considerare il centrale argentino uno degli uomini di fiducia del tecnico toscano, viste le precedenti esperienze comuni a Napoli e Genova, sponda Samp.
In questo precampionato le prestazioni di Hugo sono state di primissimo livello: la solita grinta è stata abbinata a una buonissima condizione atletica e alla voglia d’imporsi anche a Milano, dopo le ottime annate all’ombra del Vesuvio.
Se i primi incontri contro Trentino Team, Vicenza e FeralpiSalò non avevano rappresentato test porbanti per la difesa, l’amichevole con l’Amburgo prima e la Guinness International Champions Cup poi hanno evidenziato diverse lacune, ma anche l’importanza dell’ex Piacenza per la retroguardia di Mazzarri.
Ampiamente sopra la sufficienza in ogni match disputato, l’unica macchia nella sua preseason rimane il rosso rimediato contro il Chelsea per il duro tackle su Terry; la sua assenza si è fatta sentire nel match successivo, in cui il Valencia ha dilagato contro una difesa inerme.
Complici le tutt’altro che perfette condizioni fisiche di Samuel e Chivu e le ingenuità di gioventù di Juan Jesus, l’innesto di Campagnaro si può dire pienamente azzeccato, visto che la sua esperienza sarà vitale per assestare quella che l’anno scorso è stata una delle difese più perforate della Serie A.