Saphir, prima di te, un altro giocatore ha mosso i suoi primi passi da calciatore nel Grenoble prima di vestire la maglia dell’Inter…
“Youri Djorkaeff. Non me ne hanno mai parlato, ma è molto conosciuto qui. Youri Djorkaeff è Youri Djorkaeff, io sono Saphir Taider. Ho ancora un sacco di lavoro da fare. Arrivare in un grande club non è un obiettivo. Piuttosto, adesso devo andare oltre i miei limiti e spingermi ancora più lontano”.
Come altri giocatori che militano in Serie A, come Paul Pogba, Jonathan Biabiany o il tuo compagno di squadra Ishak Belfodil, hai iniziato la tua carriera in Francia prima di farti conoscere dal grande pubblico in Italia…
“Alcuni giocatori non hanno il coraggio di lasciare la Ligue 1 e preferiscono restare in Francia per affermarsi. Ho preso un rischio, perchè si sono visti tanti giocatori giovani, provenienti dall’estero, bruciarsi le ali in Italia. Ma non ho paura di niente, é nella mia natura aver sempre voglia di andare oltre. Nel calcio, esiste una sola verità ed è quella del campo. È lì che bisogna dimostrare il proprio valore, non c’è nessun altro segreto. Il lavoro paga e a me é andata bene, ma sarebbe potuta finire anche diversamente. Non è stato facile perchè il campionato italiano non è quello in cui i giovani possono esprimersi al meglio”.
Ricordi ancora il momento del tuo arrivo in Italia, a Bologna, nell’estate del 2011?
“Sì, mi ricordo tutto. Non è stato facile. Non capivo la lingua. Non avevo con me nè la famiglia nè gli amici. Ero il più giovane della squadra. C’erano un sacco di giocatori esperti e non era facile trovare spazio. Ma con il lavoro, a poco a poco, ho fatto la mia scalata e sono riuscito a giocare e a fare una stagione completa. È per questo che ora sono all’Inter. La Serie A è un campionato importante e il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare in un grande club”.
Ti sei mai sentito disorientato?
“No, perché avevo un obiettivo in testa quando sono arrivato qui: volevo solo giocare a calcio, nient’altro. Mi sono posto questo traguardo e ogni giorno ho dato tutto in allenamento per raggiungerlo”.
In due anni sei passato dalla Ligue 2 con il Grenoble all’Inter, uno dei più grandi club del mondo. È stata un’ascesa incredibile…
“Sì, è il risultato di tantissime ore di lavoro. Non è da tutti trasferirsi all’estero così giovane. ho fatto un sacco di sacrifici. Non dimenticherò mai da dove vengo e quanto ho lavorato duro per arrivare dove sono arrivato”.
Quali sono state le parole di Walter Mazzarri al tuo arrivo?
“Mazzarri è conosciuto. Grazie a lui il Napoli ha vissuto il suo periodo di massimo splendore. E’ un grande allenatore ed è molto amato in Italia. Mi ha solo detto che mi conosceva grazie alle due stagioni che ho giocato in Serie A, che adesso devo continuare il mio percorso, che sono venuto qui per imparare e crescere e che il lavoro mi ripagherà”.
La Juventus ha vinto gli ultimi due scudetti ed è favorita anche per la vittoria del campionato che è appena cominciato…
“Sì, certo, la Juventus è una grande squadra con grandi campioni. Ovviamente sono loro i favoriti. Ma non dimenticate che l’Inter è un grande club che ha vinto tutto. Non so quali siano gli obiettivi, ma il mister ci chiede di lavorare e di sudare. Con il lavoro tutto è possibile”.
This post was last modified on 29 Agosto 2013 - 11:52