Il capitano dell’Inter Javier Zanetti prosegue nel suo recupero dopo il brutto infortunio patito nel finale della scorsa stagione durante la trasferta di Palermo. Intervistato dalla rivista belga Sport/Voetbalmagazine, il numero 4 interista parla dell’infortunio, di Mourinho e smentisce il presunto “clan argentino”.
La scorsa stagione hai patito un infortunio al tendine d’Achille. Hai pensato potesse essere la fine della tua carriera?
“Niente affatto. Ho subito capito che si trattava di un infortunio al tendine d’Achille, ma la prima cosa a cui ho pensato è stato il tempo di recupero. Se avessi avuto l’intervento chirurgico il giorno dopo, entro ottobre sarei riuscito a correre”.
Dopo il tuo infortunio hai ricevuto moltissimi messaggi di sotegno. Qual è stato quello che più ti ha colpito?
“Quello di David Beckham. L’ho spesso affrontato da avversario, ma non posso dire che eravamo amici. Mi ha scritto: ‘Non ti preoccupare, ho avuto anch’io lo stesso infortunio. Tornerai più forte di prima’. Poi ovviamente quello di Josè Mourinho, anche se non è stata una sorpresa.E’ stato uno dei primi a informarsi sull’accaduto, in realtà è come se facesse ancora parte della nostra squadra. Penso che prima o poi tornerà, ma a quel punto probabilmente io non sarò più in campo”.
C’è del vero nelle voci che ti vorrebbero come allenatore dell’Inter in futuro?
“E’ una sciocchezza, così come non sono vere le voci sul clan argentino a capo dello spogliatoio. Dò sempre il mio parere al presidente Moratti, ma chi pensa che questo possa condizionarlo mi ha sopravvalutato. Al termine della mia carriera mi piacerebbe restare nel club come uomo di raccordo tra squadra e presidente, una sorta di uomo forte che abbia relazioni con i media”.