Thohir, traguardo in vista. Ma la famiglia Moratti manterrà un ruolo di primo piano

famiglia MorattiOrmai è ufficiale: la trattativa più lunga dell’estate non sarà quella imbastita da Florentino Perez per portare Bale al Real Madrid, bensì quella che ancora si vive tra Milano e l’Indonesia per cedere la maggioranza della quote nerazzurre al magnate Erick Thohir. Sono giorni decisivi: presto il ricco imprenditore asiatico dovrebbe essere a Milano per l’incontro decisivo con Moratti. C’è ottimismo tra le varie parti coinvolte e il traguardo dell’affare è in vista: Thohir sarà a breve il nuovo padrone dell’Inter.

L’operazione, come ormai tutti i media hanno riportato, prevede la cessione del 70% delle quote della società al magnate indonesiano. Un punto importante, comunque, resta il posto che il presidente Moratti avrà nella nuova Inter che sta nascendo. Pare che l’attuale patron nerazzurro si sia accordato con Thohir per mantenere un ruolo di rilievo nel nuovo assetto societario, almeno per la prima fase del nuovo corso. Il legame tra la famiglia Moratti e l’Inter è troppo importante per essere liquidato con una firma in fondo a un contratto. Massimo in particolare sente un forte senso di responsabilità verso i tifosi interisti e il mondo nerazzurro in genere: lui, che è sempre stato il primo tifoso della squadra, vuole assicurarsi che questa trattativa sia ciò di cui l’Inter ha davvero bisogno per rialzarsi dopo alcune stagioni deludenti.

La doppia visita (di ieri e giovedì, ndr) ad Appiano Gentile, per stare vicino alla squadra durante la pausa per le Nazionali e prima della sfida di sabato prossimo contro la Juventus, ha mostrato ancora una volta la passione del presidente per i colori nerazzurri. Moratti ama l’Inter più di chiunque altro, per questo è arrivato a spendere cifre folli per migliorarla (quasi un miliardo di euro in 14 anni, ndr), arrivando a ripianare in prima persona deficit di bilancio grossi come case. Questo intenso sentimento ha avuto a volte conseguenze non positive: si pensi ad alcuni acquisti a prezzi esagerati nei primi anni dell’era Moratti II, in gran parte la prima mano di vernice rossa sui conti societari. Ma Moratti ha sempre agito in buona fede: dal triplete a oggi, da Mourinho a Stramaccioni, ha operato credendo di fare il bene dell’Inter e ammettendo i suoi errori quando era il caso.

Per usare una metafora “familiare”, se l’Inter è un bambino promettente che viene adottato da un ricco magnate per farne un uomo di fama e successo, Moratti – come lui stesso ha ammesso in un’intervista – continuerà a seguirne la crescita come fanno mamma e papà con il proprio figlio. Ci sarà malinconia al momento della firma, forse anche un po’ di delusione per non aver potuto legare fino alla fine il proprio nome all’Inter, ma Moratti non smetterà di amare questi colori e, statene certi, sarà sempre il primo tifoso nerazzurro.

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