Al di là degli aspetti scaramantici, Thohir ha molto rispetto di tempi e ruoli e avrebbe scelto di non fare apparizioni pubbliche in chiave interista sino all’effettiva acquisizione del pacchetto di maggioranza. Il che non avverrà prima di ottobre, visto che tra l’imminente signing (impegno scritto a fare l’affare) e il closing (appunto il passaggio delle azioni) intercorrerà almeno un mese per motivi tecnici e burocratici. Il tycoon non vuole distogliere l’attenzione dall’impegno della squadra e soprattutto mettere in imbarazzo o fare ombra a Massimo Moratti. Il presidente che lui stesso ha chiesto resti operativo, conoscendone il carisma e la centralità nel mondo Inter.
Al momento non è da escludere che venga rimandato al momento del closing il terzo faccia a faccia tra i due protagonisti. Thohir infatti ha lasciato deleghe e procure, quindi se i rispettivi studi legali e finanziari riusciranno a mettere a posto gli ultimi dettagli non servirebbe un incontro per chiudere. Le firme arriverebbero comunque, forse ad un’altra gara di campionato. Ma prima bisogna chiudere e perché ciò avvenga va sciolto l’ultimo nodo che riguarda la clausola tifosi, con cui il petroliere chiede che Thohir si impegni a garantire, almeno per i prossimi tre anni, degli investimenti che permettano al club di rimanere nella creme italiana e continentale. Oltre ad ottenere un potere di veto su operazioni che potrebbero indebolire finanziariamente la società, Moratti vuole essere certo che Thohir sia consapevole che almeno per le prossime due stagioni dovrà versare circa 150 milioni in conto capitale, cioè per azzerare il rosso. Anche se tornare subito in Champions porterebbe 30 milioni e una boccata d’ossigeno.
This post was last modified on 10 Settembre 2013 - 17:06