L’Inter regge l’onda d’urto dei campioni d’Italia e mantiene la propria imbattibilità. La squadra del tecnico Mazzarri, attesa a San Siro dalla prima vera prova del nove, non sfigura affatto e consegna agli occhi dei propri tifosi l’immagine di una squadra solida e compatta che sembra rinata nella testa e nelle gambe. Idee nuove e vecchi protagonisti onorano i colori nerazzurri e regalano una partita gladiatoria in un San Siro incandescente. Nonostante l’impressione che il gap con la Juve si sia soltanto assottigliato, Mazzarri potrà trarre sicuramente indicazioni positive da una gara che consegna un messaggio importante: l’Inter è squadra viva che dirà la sua in questo campionato.
L’ANALISI TATTICA
COSA HA FUNZIONATO – Al primo vero test probante della stagione, l’Inter dà conferma delle buone sensazioni regalate nelle gare disputate contro Genoa e Catania. Il tecnico toscano, nella conferenza della vigilia, aveva manifestato il desiderio di vedere una squadra ordinata e solida in fase difensiva e coraggiosa nella fase attiva. Le due formazioni, praticamente schierate a specchio anche se con concetti differenti, si annullano nei tanti duelli di scena nelle varie zone del campo, dimostrando di temere l’organizzazione certosina della squadra avversaria. E’ proprio l’organizzazione che, in poco tempo, l’ex tecnico del Napoli è riuscito ad imprimere alla propria compagine a balzare principalmente agli occhi. La fase difensiva dell’Inter funziona, le linee, sempre strette e corte, permettono ai nerazzurri di creare buona densità e una discreta occupazione degli spazi. Le giuste coperture a scalare, i tempestivi raddoppi, i giusti movimenti a chiudere le diagonali di passaggio, il giusto atteggiamento anche individuale dei difensori interisti, sempre reattivi e perfetti esecutori del controllo visivo attivo e della posizione frontale attiva, hanno mantenuto il match in equilibrio contro l’avversario italiano maggiormente quotato. Bene la difesa interista, dunque, e bene una mediana che, ad eccezione di Guarin, fa quasi sempre i movimenti e le giocate corrette. Di sacrificio, ma di spessore, la gara di Palacio e di un Alvarez che sembra esaltarsi maggiormente nella posizione da intermedio sinistro dove può ispirare di più le manovre d’attacco, come in occasione della rete di un impeccabile Icardi. Bene anche Mazzarri nell’indovinare i cambi nel momento giusto.
COSA NON HA FUNZIONATO – La caratura dell’avversario ed un progetto che, comprensibilmente, sembra essere ancora in fase di lancio, hanno condizionato la gara dei nerazzurri che, a tratti, seppur giocando alla pari con la Juventus e ribattendo colpo su colpo agli uomini di Conte, hanno abbassato troppo il proprio baricentro, con la conseguenza di cedere troppo campo agli avversari e di allungarsi pericolosamente. L’inizio di gara è stato condizionato dalla volontà dei nerazzurri di fare la partita e di dimostrare la propria personalità, rischiando però di subire le pericolose ripartenze bianconere. Di contro, gli uomini di Mazzarri, un pò per timore, un pò per caratteristiche, hanno avuto difficoltà nell’orchestrare quelle proverbiali ripartenze che il tecnico toscano faceva recitare a memoria al suo Napoli. Paradossale, infatti, che l’Inter abbia sbloccato la gara grazie ad una transizione nata da un recupero di palla alto. La sensazione è che il tempo ed il lavoro possano regalare ancora più convinzione e più spregiudicatezza ad una squadra che ha bisogno di migliorare qualitativamente la trasmissione di palla.