Donati, manca qualcuno?
“Sì, la mia ragazza e Devis Mangia, l’ex c.t. dell’Under. Se sono arrivato in un club del genere ed è cambiata la mia vita il merito maggiore è suo. Mi ha dato fiducia e mi ha fatto sentire importante. Bella persona e grande allenatore”.
Al Bayer come la fanno sentire?
“Importante, finora ho sempre giocato. L’allenatore Hyypia parla in tedesco ma lo psicologo parla italiano e mi aiuta tanto. Comunque, sto prendendo lezioni”.
Com’è l’organizzazione del club?
“Perfetta. Stadio sempre pieno per le partite, tifosi civili e molto carini. Gli allenamenti sono a porte aperte in un super centro sportivo, c’è meno tattica. Si fa colazione lì e si mangia dopo l’allenamento, che è sempre al mattino. Il livello è alto, c’è più intensità rispetto all’Italia, si corre molto e a me piace. L’allenatore mi dice di spingere come un dannato, sto spesso sulla linea degli attaccanti. Se perdiamo palla noi esterni difensivi sono i centrocampisti che coprono subito. I tifosi sono super, ma c’è la mania delle maglie come in Italia. Le sto scambiando tutte”.
Cosa l’ha colpita?
“Una sala che si chiama Ice Lab, la “stanza del freddo”. Ci viene anche Kobe Bryant. Si va a 30, 60 e 110 gradi. Si entra in calzini e ti mettono un cappellino. È utile per il recupero”.
Come si trova?
“Bene. Il d.s. Voeller e la sua famiglia mi aiutano. I compagni sono giovani e umili. Per esempio Kessling, capocannoniere in Bundesliga, va via per ultimo portando dentro la sacca dei palloni. Io vivo a Colonia, piena di italiani. Città stupenda. E in macchina vado a Leverkusen, sono 18 chilometri”.
Macchina del club?
“C’è un accordo con la Bundesliga. Abbiamo una Mercedes. La teniamo 6 mesi pagando l’1 per cento del valore e poi te la cambiano. Bello”.