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Mourinho: “Moratti è unico, il calcio e l’Inter sono la sua vita. Ha deciso di vendere perchè…”

Moratti è unico. Moratti è un papà vero per i giocatori e un amico per gli allenatori. Per lui avrò sempre amicizia, ammirazione e rispetto” dice Josè Mourinho da Londra. E non sono ipocrisie o cose dette tanto per dire. Non è un buon momento per il portoghese al Chelsea, forse il peggior inizio di stagione da quando allena. Ma se c’è da parlare di Moratti non ci sono crisi e sconfitte che tengano: il loro rapporto è speciale. Da sempre.

Quando Moratti scelse Mourinho in realtà fu anche scelto dal portoghese. I due si piacquero subito: fin dal primo incontro a Parigi. Mou apprezzò la passione del presidente, la sua voglia infinita di costruire una grande Inter: avrebbe avuto altre opzioni, ma nel suo ‘progetto’ professionale era il momento dell’Italia. Disse a giugno 2008: “Mi sono bastati cinque minuti per capire che il calcio e l’Inter sono la sua vita. Ha respirato Inter fin da piccolo e ha una memoria straordinaria, ma anch’io mi sono preparato prima dell’incontro di Parigi. E non parla mai della “sua” Inter: la squadra, per lui, è dei tifosi”.

L’addio risale al 2010, pochi minuti dopo la finale del ‘Bernabeu’, ma un vero addio non è mai stato. Contatti, telefonate, sms, auguri, consigli, suggerimenti e inviti neanche tanto velati. Se fosse stato ancora presidente, un giorno Moratti sarebbe tornato alla carica. E Mou avrebbe faticato a dire no. Chissà in futuro perché, come sottolinea Mou, “l’Inter sarà sempre Moratti e Moratti sarà sempre l’Inter. Una cosa sola. Al punto che, nel mondo, i tifosi quasi confondono presidente e squadra, dal padre Angelo al figlio Massimo ai più giovani oggi: se dici Inter pensi a Moratti e viceversa.

Durante la sua esperienza in Italia Mou non è sempre andato d’accordo con tutti quelli dello staff dirigenziale: ma con Moratti non si ricordano contrasti. Nè con lui nè con la famiglia: Una famiglia innamorata di calcio e di Inter. E se adesso la famiglia vende, e lo fa con la morte del cuore, non c’è che una sicurezza: Vende perché pensa che questo faccia soltanto il bene della società e della squadra.

In quei due anni speciali, nei quali l’Inter vinse tutto, c’è naturalmente un giorno ancora più speciale benché coincida con l’addio: la Champions contro il Bayern. La più grande gioia che ho ricevuto dal calcio è stato regalargli quella coppa: in questo mondo, ne sono sicuro, Moratti è diventato un presidente completo, al quale non manca nessun trofeo. Anche per lui penso sia stato il momento più bello in assoluto”.

 

Fonte: La Gazzetta delo Sport

This post was last modified on 21 Settembre 2013 - 20:02

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redazione