Nelle ore successive al giorno che ha sancito il passaggio di consegne tra Moratti e Thohir, sono emersi nuovi interessanti dettagli in merito all’accordo tra il presidente più vincente della storia nerazzurra e il magnate indonesiano. Stando a quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, uno dei punti cardine dell’affare è stato una sorta di polizza del tifoso interista pretesa da Moratti, che ha affrontato questa trattativa svestendo gli abiti del presidente innamorato per mettere quelli dell’uomo d’affari per il bene dell’Inter. Dunque nel contratto di alta ingegneria finanziaria elaborato dai consulenti delle due parti sono previste clausole che permetterebbero alla famiglia Moratti una priorità per rientrare in possesso del gioiello nerazzurro, a condizioni prefissate e a pieno titolo, nel caso in cui il gruppo Thohir dovesse operare in maniera negativa o porre fine all’avventura in modi e tempi imprevisti.
In altri termini Moratti ha preteso e ottenuto uno scudo pro Beneamata. Ecco spiegato come mai, in queste ore, a chi lo ha avvicinato il presidente ha tenuto a ripetere non solo che “l’Inter non è ancora venduta”, visto che il passaggio fra signing e closing non è puramente simbolico, ma presuppone anzitutto il rispetto degli accordi sul piano finanziario. Ma anche di non volere “necrologi preventivi” e soprattutto che “da questo accordo l’Inter può ricavare soltanto benefici e nessuna conseguenza negativa”.
Se così non dovesse essere nel tempo, Moratti tornerebbe sul ponte di comando con pieni poteri. Nel frattempo, si può facilmente prevedere che si ricaverà un ruolo di vigilanza attiva che lo manterrà a stretto contatto con la squadra: sarà presente a tutte le partite e, se richiesto, darà i suoi consigli al nuovo management. Moratti per filosofia personale non vorrebbe più ricoprire il ruolo di presidente, in quanto abituato da sempre a fare il padrone in casa sua e non in quella di altri. Ma Thohir ha più volte sottolineato l’esigenza oltre che il piacere che Moratti rimanga dentro l’Inter: non è escluso che l’attuale presidente si sentirà chiedere di restare al suo posto, o comunque almeno come presidente onorario, e a quel punto probabilmente la sua sarà una risposta di pancia.
Confermata la composizione del nuovo consiglio di amministrazione, con sette posti tre dei quali riservati agli uomini indicati da Moratti, al quale farebbe piacere un pieno coinvolgimento del figlio Angelomario (futuro vice presidente?), lasciato però libero di decidere con calma. Le deleghe dipenderanno anche dagli orientamenti di Thohir, ma non è escluso che negli uffici di Corso Vittorio Emanuele faranno da registi un manager italiano e almeno un uomo del magnate indonesiano. L’attuale organigramma tecnico, invece, rimarrà inalterato: Mazzarri e il suo staff possono proseguire il lavoro in totale serenità.
Gli indonesiani verseranno 250 milioni per rilevare il 70% del club nerazzurro, ma ben 200 milioni resteranno nelle casse della società e solo 50 finiranno nelle tasche dell’attuale proprietario per la liquidazione delle sue quote. E a cosa serviranno quei 200 milioni? Per la gran parte ad abbattere sensibilmente, nel giro di due esercizi, l’indebitamento che da anni zavorra l’Inter e che la costringe, ogni stagione, a pagare alle banche di soli interessi una decina di milioni; in misura minore in conto capitale per le spese correnti. Quando le firme verranno apposte sul contratto e il passaggio di proprietà si materializzerà, come d’incanto l’Inter sarà sgravata di un pesante fardello.