Handanovic: “Se siamo più convinti è merito soprattutto di Mazzarri. Nelle prossime tre partite…”

Samir Handanovic PinzoloDalle 57 reti subite nelle 38 giornate dello scorso campionato al solo gol incassato nelle prime cinque partite ufficiali della nuova stagione. Samir Handanovic è attualmente il portiere meno battuto della Serie A 2013-14 insieme a Morgan De Sanctis ma, tenendo fede al suo carattere da vero campione, non si lascia prendere da facili entusiasmi: “Se se ne parla, poi accade il contrario e la prossima volta cambia tutto – dichiara in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Sky Sport 24 Speriamo solo di continuare così. Se mi chiedete a che punto siamo, non saprei rispondervi, so solo che stiamo migliorando. Sono passate poche partite, l’importante è ragionare di squadra. Siamo all’inizio, non vuol dire niente, adesso c’è un blocco di 3 partite che, a mio parere, ci dirà tanto. Dirà anche se l’Inter può lottare per lo scudetto? Non lo so, il campionato è lungo. Noi dobbiamo ragionare giorno dopo giorno”.

Che cosa sia cambiato rispetto al passato prova a spiegarlo lo stesso Handanovic andando oltre il solo merito della difesa e del portiere: E’ soprattutto merito di squadra, se arrivano meno tiri è merito del gruppo e anche dell’allenatore. E’ aumentata anche la nostra convinzione. Rispetto allo scorso anno è solo bravo Mazzarri o ci impegnamo di più anche noi? Tutto, ma credo che la convinzione parta soprattutto dall’allenatore, non aggiungerei altro”.

La nuova Inter è dunque una squadra migliorata sotto tanti aspetti anche se, guardando al passato, non si può parlare di mentalità perdente: “Gli atteggiamenti si vedono mese dopo mese e alla fine te li ritrovi, ma non parlerei di mentalità perdente. Quella non l’abbiamo mai avuta. Quanto può essere importante l’assenza di impegni europei? Sinceramente credo che un anno così ci volesse, penso sia utile per ricostruire tutto. Quest’anno dobbiamo puntare a riconquistare le coppe.

Si parla poi delle questioni societarie legate all’Inter e se queste abbiano più turbato o compattato la squadra: “Quando il giocatore va in campo non pensa a queste cose. Non ci ha destabilizzato come si diceva”.

Infine, questione razzismo: “E’ sempre esistito, – spiega il portiere nerazzurro –, ma a me non interessa più di tanto, comunque non ascolto i cori. Se vinco lo scudetto ho pronto un tatuaggio? No, non mi piacciono i tatuaggi”.

 

Fonte: inter.it

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