La larga vittoria ottenuta sul campo del Sassuolo è ormai alle spalle e, in casa Inter, si comincia a pensare al turno infrasettimanale che giovedì vedrà i nerazzurri ospitare la Fiorentina di Vincenzo Montella a San Siro. Dalle parti di corso Vittorio Emanuele però, a tenere banco c’è sempre il discorso Thohir che, a breve, sarà il nuovo azionista di maggioranza della società.
Stando a quanto riportato stamane da La Gazzetta dello Sport, a meno di intoppi, già venerdì dopo il match con i Viola potrebbe arrivare la firma sulla dichiarazione d’intenti (signing) legata al passaggio del 70% delle quote nerazzurre alla società veicolo creata da Erick Thohir con i partner Roslan Roeslani ed Handy Soetedejo. Nelle carte girate sino ad ora non è mai comparso un quarto socio, anche se è bene ricordare che lo stesso Soetedejo è spuntato in un secondo momento della trattativa. Dopo l’accordo definitivo trovato mercoledì scorso a Parigi, le firme restano comunque un passaggio che non presuppone alcun annuncio ufficiale. Infatti Thohir non sarà presente e riapparirà soltanto al momento dell’effettivo passaggio delle quote (closing), che dovrebbe avvenire verso la fine di ottobre.
Per quella data infatti è convocata l’Assemblea dei soci che dovrà ratificare la copertura delle perdite del bilancio al 30 giugno e l’aumento di capitale. La proposta di queste due delibere arriverà da un Consiglio d’amministrazione che dovrà svolgersi entro l’inizio della prossima settimana. Sarà anche l’occasione da parte di Massimo Moratti per esporre nei dettagli ai componenti dell’attuale board i dettagli dell’operazione. Con ogni probabilità sarà comunque l’ultimo Cda con 14 membri, di cui sei Moratti. La famiglia manterrà tre posti, anche se a quel punto andrà verificato come quelli del gruppo Thohir possano essere soltanto quattro, non rispettando quindi le nuove proporzioni azionarie. Poi ci sarà da capire come si svilupperà in concreto la partnership tra l’attuale presidente e il tycoon. Compreso l’organigramma nerazzurro del futuro. L’avvocato americano (ma da anni trapiantato in Indonesia) Thomas Shreve sarà l’uomo di fiducia dei nuovi proprietari per gli aspetti economico-finanziari, con potere di firma per gli investimenti più rilevanti. Ma per il resto il gruppo indonesiano dovrebbe evitare di entrare a piedi uniti e si darebbe un po’ di mesi per capire dove e come intervenire nel resto dei quadri societari.