Dopo la scorpacciata di reti contro il povero Sassuolo, l’Inter era attesa subito da una gara insidiosissima contro un avversario di spessore. La Fiorentina dell’Aeroplanino Montella, nonostante qualche importante defezione, si presenta a San Siro col piglio da grande squadra e spaventa i nerazzurri con una prestazione maiuscola. I tre punti raggiunti dai nerazzurri di Mazzarri valgono doppio proprio in considerazione del valore di un avversario che, in questo momento, sembra offrire il miglior calcio della serie A.
L’ANALISI TATTICA
COSA HA FUNZIONATO – La squadra di Mazzarri, forse per la prima volta in difficoltà, ha dimostrato carattere, personalità, fame, ambizione e cuore. Ha cercato e voluto la vittoria, strappandola con tutte le energie possibili. Benissimo Handanovic che, nella prima gara veramente impegnativa per lui, si è fatto trovare pronto all’appuntamento e ha alzato la saracinesca. Sostanzialmente bene la retroguardia che, nonostante i pochi punti di riferimento offerti dall’attacco viola e il gioco arioso della Fiorentina, è riuscita quasi sempre a compattarsi e a stringere le maglie. Ancora una volta, buono lo sviluppo di ripartenze e transizioni e lo sfruttamento dell’ampiezza richiesta da mister Mazzarri, con le sovrapposizioni interne ed esterne degli intermedi di centrocampo e la proposizione sul “lungo” dell’esterno sul lato forte. E’ proprio attraverso lo “sfogo” laterale che l’Inter, in questo momento. sembra essere maggiormente incisiva in fase di possesso. Ottimo Cambiasso che ha trascinato i suoi e solita prova positiva di Ricky Alvarez, che con i suoi lampi e le sue sterzate improvvise ha cercato di accendere le manovre offensive nerazzurre.
COSA NON HA FUNZIONATO – Dopo un inizio tambureggiante, l’Inter si è pian piano spenta sotto i colpi del tiki taka viola che ha colpito ai fianchi la mediana nerazzurra. Gli ottimi palleggiatori di Montella hanno fatto correre gli uomini di Mazzarri, muovendo sempre le linee avversarie in orizzontale e cercando il pertugio giusto per la giocata in profondità. Il gioco “ibrido” delle due mezzepunte fiorentine (Joaquin e Mati Fernandez) ha avuto l’effetto di frastornare, spesso, l’impianto tattico dell’ex tecnico del Napoli. Dopo una prima fase di aggressione e di pressione alte, Cambiasso&co. hanno abbassato il baricentro e aspettato il palleggio viola nella propria trequarti difensiva. L’enigma tattico è nato proprio dalla marcatura a zona dei due riferimenti offensivi che sostenevano Rossi. Quando, infatti, a prenderli erano Cambiasso e l’interno posizionato in zona palla, gli interni viola (Aquilani e Borja Valero), a quel punto privi di marcatura, costringevano al ripirgamento le punte interiste con la conseguenza di schiacciare tutta la squadra. Quando, invece, la Viola ha cercato di allargare la linea a 3 interista e di creare dei due contro uno esterni, l’Inter ha avuto difficoltà ad assicurare raddoppi e coperture anche per il ritmo intenso e frenetico del palleggio fiorentino e per la bravura dei giocatori di Montella nel cercare di attaccare lo spazio tra il centrale difensivo e l’esterno di riferimento. Da migliorare anche lo sfruttamento di alcune ripartenze che potrebbero, in alcuni casi, chiudere anticipatamente partite e sofferenze.