La revolution di Rudi Garcia: ecco tutti i segreti della nuova Roma

nuova Roma“Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”, così Rudi Garcia dopo la vittoria nel derby. Un’espressione che ha definitivamente riconciliato la Roma con il suo popolo dopo la tragedia sportiva del 26 maggio. La vittoria nella stracittadina ha amplificato l’entusiasmo prodotto dalle prime tre vittorie in campionato, generando un incremento di consapevolezza tecnica e mentale nella squadra, con la diretta conseguenza che la striscia di successi consecutivi salisse a sei, dopo i tre punti conquistati anche contro Samp e Bologna; miglior partenza di sempre, superiore anche alle tre edizioni scudettate della storia della Lupa.

La Rèvolution di Garcia poggia le sue basi anzitutto sulla capacità del tecnico transalpino di rigenerare psicologicamente diversi giocatori della “Rometta” andata in scena nelle ultime due stagioni. Balzaretti è ritornato ad arare la fascia sinistra come ai tempi di Palermo, Pjanic ha deciso che, a 23 anni, era arrivato il momento di crescere e dimostrare il suo valore, De Rossi che, escluse le parentesi in Nazionale, sembrava più finito del Grande Fratello, è ritornato al livelli che gli hanno consentito di diventare il giocatore più pagato della Serie A.

Una rinascita, quella dell’eterno Capitan Futuro, che trova le sue ragioni anche in motivazioni tecniche e tattiche: il miglior De Rossi si è visto al fianco di Pizarro e Pirlo, allorchè doveva limitarsi a interdire e ricucire il gioco. Tutte le volte in cui gli sono state consegnate le chiavi del centrocampo ha sempre fallito. Questo perché, nonostante dei valori tecnici importanti, non ha mai avuto quelle capacità di lettura e di gestione dei tempi di gioco che rappresentano il tratto distintivo di un regista puro, etichetta che più volte gli è sta impropriamente appioppata dalla stampa capitolina e nazionale.

Con De Rossi impiegato da schermo davanti alla difesa anche la coppia centrale Castan-Benatia, sulla quale molti storcevano il naso in estate, ha cominciato a garantire un rendimento importante. Un insieme di fattori che, uniti all’esperienza di De Sanctis e alla classe dell’ex gloria nerazzurra Maicon (che sabato sera sarà assente per problemi muscolari, ndr), hanno permesso alla Roma di subire un solo gol in sei partite.

La fase offensiva, come da 20 anni a questa parte, ruota attorno alla classe e al genio di Francesco Totti ed è alimentata dal superbo lavoro di raccordo di Pjanic e Strootman. L’olandese, impiegato in una posizione più avanzata rispetto a quanto visto al PSV e in Nazionale, è uno dei segreti di questa Roma capolista: sapienza tattica, capacità di fare sempre la scelta giusta e di non buttare mai un pallone; d’altronde se uno come Louis van Gaal ti consegna la fascia di capitano della nazionale orange a 23 anni un motivo ci sarà. Capitolo esterni offensivi: Garcia sta dando fiducia al duo Florenzi-Gervinho, con Ljiaic “dodicesimo uomo” (3 gol su 3 partendo dalla panchina per il serbo, ndr).

L’enfant du pays, uno dei pochi a salvarsi nella balorda annata 2012/2013, sta continuando il suo percorso di crescita senza intoppi: quantità, qualità, inserimenti, gol (tre centri anche per lui, ndr). Poi c’è lo strano caso di Gervais Yao Kouassi: passo da gazzella, capigliatura criminale (tuttavia gli riconosciamo il merito di aver sostituito il cerchietto con una più dignitosa fascia per capelli) e una carriera vissuta nel segno di Rudi Garcia: esploso nel Lille, voluto e scaricato senza troppi rimpianti da Wenger, è ritornato a fare onde col suo mentore, aiutato anche dal mediocre livello di fisicità della Serie A che gli permette di incidere grazie alle sue impressionanti doti atletiche.

La “manita” rifilata al Bologna, maturata in circostanze particolari (gara sbloccata e chiusa dopo pochi minuti contro un avversario modesto), non deve trarre in inganno; la Roma molto probabilmente si presenterà a San Siro con l’abito indossato nelle prime 5 giornate: controllo del ritmo, tenuto rigorosamente basso nei primi 45 minuti, cura maniacale della fase difensiva (i giallorossi sono primi a punteggio pieno non tanto per i 17 gol segnati, ma per l’unico subito) e aumento dei giri del motore nella ripresa, come testimoniano i primi 15 punti conquistati in stagione, tutti nel secondo segmento di partita.

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